J. R. R. Tolkien, Vita e Opere

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*Shea*
view post Posted on 22/6/2005, 14:07 by: *Shea*




Gli ottantun anni che J. R. R. Tolkien trascorse sulla terra non furono né avventurosi né particolarmente drammatici. Certo, la sua infanzia e la sua adolescenza furono segnate dalla morte prematura del padre e della madre e, intorno a lui, in inghilterra e nel mondo, accadde una quantità di eventi, cui egli non rimase del tutto indifferente, e che non lo toccarono solo da lontano. Eppure, la sua opera sembra riflettere la realtà di una vita tanto lunga solo attraverso il filtro personalissimo del suo mondo interiore, e in essa si coglie soltanto a tratti il baluginare di un'esperienza vissuta, di una riflessione sugli avvenimenti, di un giudizio etico sulla storia.

John Ronald Reul Tolkien nacque nel 1892 in Sudafrica da genitori inglesi, ma la sua famiglia tornò nel 1896 in Inghilterra; compì gli studi all'Exeter College di Oxford (con una interruzione dovuta alla prima guerra mondiale, durante la quale combatté in prima linea). Dal 1925 fino al suo ritiro dall¹attività didattica insegnò lingua e letteratura sia anglosassone che inglese.

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Mentre correggeva le prove d'esame dei suoi studenti, in una calda giornata estiva alla fine degli anni Venti, gli capitò un foglio lasciato in bianco su cui scrisse, quasi per caso, "In una buca del terreno viveva un Hobbit". Quel nome colpì a tal punto la sua sensibilità di filologo che scrisse una storia avente come protagonista un Hobbit, per spiegare meglio cosa fossero queste strane creature. Nel 1937 tale opera vide le stampe con il titolo "The Hobbit" (Lo Hobbit) e riscosse un immediato successo; il libro era stata pensato per i più piccoli, ma vi si poteva intravedere uno sfondo ben più vasto e complesso. Tolkien infatti aveva già cominciato fin dal 1917 a "costruire" la Terra di Mezzo, ovvero il mondo incantato in cui si svolgono tutte le avventure che questo bardo moderno ci ha narrato.

In seguito al grande successo incontrato da quest'opera fu convinto a scriverne il seguito: nel 1954 venne finalmente pubblicato "The Lord of the Rings" (Il Signore degli Anelli). Da quel giorno ne sono state vendute milioni di copie in decine di lingue! Ma cos'è che rende tanto affascinanti le sue opere? Tolkien ha fatto tornare agli antichi splendori il Mito narrando vicende nuove, eppure vecchie di millenni, il tutto ambientato nella Terra di Mezzo, così profondamente vera e tangibile che, conclusa la lettura del Signore degli Anelli, sembra di conoscerla da sempre. Ogni dettaglio, dalla flora alla fauna (chi potrebbe mai dimenticare i dorati boschi di Lothlórien?) fino al più minuto particolare è ben definito. La stessa storia di questo mondo, Arda, è delineata fin dalla sua creazione da parte di Iluvatar, il dio supremo, il quale ha originato i Valar (chiamati dei dai mortali) ed i suoi Figli: gli Elfi immortali e gli Uomini. Le altre creature razionali (principalmente Nani ed Ent) sono stati invece ideati, con il beneplacito dell'Uno, dai Valar. Un caso a parte è invece costituito dagli Orchi, la cui origine non è ben nota, anche se sono considerati a buon diritto la progenie maledetta di Morgoth, il Vala malvagio; come potete ben intuire lo scontro tra il Bene ed il Male è uno degli aspetti centrali.
L'immane, insensato massacro della battaglia della Somme fu uno dei pochi avvenimenti della biografia di Tolkien a trovare riscontro nei suoi libri. Per quanto lo scrittore lo negasse, sostenendo che nessuna delle sue esperienze belliche aveva ispirato direttamente alcuni degli episodi più drammatici de"Il signore degli anelli", è difficile non avvertire nelle sue pagine la loro influenza. Forse non fu intenzionale, ma è certo che la vita di trincea, le carneficine, l'orrore degli attacchi e delle attese lungo la linea del fronte, germinarono nell'animo di Tolkien per poi riversarsi nelle sue pagine. Lo scrittore si solvò dai proiettili e dal gas, a differenza degli oltre 600.000 tra morti e feriti nelle file inglesi e i circa altrettanti in quelle tedesche, ma non dalla "febbre delle trincee", una malattia grave e debilitante che gli fruttò il rimpatrio, una lunghissima degenza in ospedale, e varie ricadute nel corso di molti mesi.

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Rimasto solo, nel 1972 si istallò in un piccolo alloggio universitario a Oxford dove ricevette il dottorato Honoris Causa e l'ordine dell'Impero Britannico, un'importante decorazione conferitagli dalla regina Elisabetta. Morirà a Bournemouth, dove si era recato a trovare degli amici, il 2 settembre del 1973.
 
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