Il Necronomicon, Il libro dei Morti

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Perfettini
view post Posted on 15/2/2005, 19:21 by: Perfettini




Libro dei Nomi Perduti

La testimonianza di Abdul Alhazred:
Questa è la testimonianza di tutto quello che ho visto ed imparato durante il possesso dei Tre Sigilli di MASSHU. Ho visto mille e una lune, certamente sufficienti per la durata della vita umana, benché sia risaputo che il Profeta visse molto più a lungo. Sono debole e malato, mi trascino con stanchezza ed un sospiro è appeso nel mio petto come un’oscura lanterna, sono vecchio.
I lupi trasportano il Loro nome negli ululati notturni, e questa calma, tenue voce mi chiama da lontano. Ed una voce ancor più vicina urla nel mio orecchio con empia impazienza. Sarà il peso della mia anima a decidere il luogo finale del mio riposo. Prima che ciò avvenga devo qui narrare degli orrori che camminano silenziosamente là fuori e che giacciono in attesa alla porta di ogni uomo, per costoro è l’Arte Arcana che veniva tramandata dalla notte dei tempi, dimenticata dai più e ricordata da pochi, gli adoratori degli Antichi (possano i loro nomi essere cancellati).
Se non dovessi terminare questo compito prendete ciò che ho scritto e scoprite il resto, il tempo stringe e gli uomini non sanno o non comprendono il male che li attende, da ogni lato, da ogni Portale, da ogni barriera infranta, da ogni scellerato accolito all’altare della follia.
Avverto chiunque voglia leggere questo libro che la “casa degli uomini” è osservata dagli Antichi Dei e Demoni, che cercano vendetta per la dimenticata battaglia che prese luogo da qualche parte nel Cosmo e che lacerò i Mondi nei giorni che precedettero la creazione dell’uomo.
Sappiate che ho attraversato tutti i Territori degli Dei, sono sceso nei ripugnanti luoghi della Morte che possono essere raggiunti attraverso i Cancelli di GANZIR, che furono costruiti ad UR nei giorni che precedettero i Babilonesi.
Siate anche a conoscenza che ho parlato con ogni genere di spirito e demone, i cui nomi non sono più conosciuti nella società degli uomini, o non lo furono mai, e che i loro Sigilli sono qui trascritti. Che ANU possa avere pietà della mia anima.
Ho visitato le Terre Sconosciute, che nessuna mappa ha mai tracciato. Ho vissuto nel deserto dello Spazio Vuoto, dove ho parlato con i demoni e gli spiriti di uomini massacrati e di donne morte di parto, vittime del diavolo LAMMASHTA.
Ho viaggiato sotto i Mari, alla ricerca del Palazzo dei Nostri Maestri, ed ho trovato i monumenti di civiltà perdute e decifrato le scritture di alcune, mentre altre rimangono sconosciute ad ogni uomo vivente. Questi popoli sono stati distrutti a causa della conoscenza che ora io trasmetto in questo libro.
Ho esplorato le stelle e tremato davanti agli Dei. Ho trovato la formula per passare il Cancello di ARZIZ ed andare nei reami dimenticati di IGIGI.
Ho evocato demoni e richiamato alla vita i morti, ho materializzato gli spiriti dei miei antenati sulle cime dei templi costruiti per toccare le stelle e raggiungere le più profonde cavità degli inferi.
Ho lottato invano con il Mago Nero AZAG-THOTH e sono fuggito sulla Terra chiamando a me INANNA e suo fratello MARDUK.
Ho comandato eserciti fatti di orde demoniache assoggettate ai miei voleri, compreso NGAA, il Dio dei Selvaggi, che soffiava fiamme e ruggiva come mille tuoni.
Ho trovato il Cancello che conduce nell’Aldilà, che gli Antichi osservano costantemente bramosi di entrare nel nostro mondo. Ho conosciuto i testimoni di civiltà perdute che osarono aprire questo diabolico passaggio e per questo vennero distrutte.
Ho avuto paura.

Sono venuto a conoscenza di tutto il sapere che vi sto tramandando in modo assai peculiare, quando ancora ero l’illetterato figlio di un pastore della Mesopotamia.
Viaggiando da solo tra le montagne dell’Est, chiamate MASSHU dalle persone che le popolano, mi sono imbattuto in una roccia grigia scolpita con tre strani simboli. Fermamente piantata nel terreno, alta come un uomo e larga come un toro, non potevo spostarla. Pensando che fosse un’opera fatta intagliare da un regnante per commemorare un’antica vittoria contro un nemico ho acceso un fuoco ai suoi piedi per proteggermi dai lupi che vagano in quelle regioni e mi sono messo a dormire, dato che era quasi notte e mi trovavo troppo distante dal mio villaggio per tornare indietro. A circa tre ore dall’alba vengo svegliato dall’ululato di un cane, o forse un lupo, stranamente forte e vicino. Del fuoco non rimanevano che i tizzoni. I carboni ardenti gettavano una debole ombra danzante sul monumento di pietra con i tre simboli scolpiti. Mi accinsi ad accendere un altro falò quando la roccia cominciò a sollevarsi lentamente ed a librarsi in aria, come se fosse uno spirito. Non potevo muovermi o parlare per il terrore che afferrò il mio corpo ed avvolse le sue fredde dita attorno al mio cranio.
Subito udii una voce sommessa poco distante da lì, e provai una paura più concreta, la possibilità che si trattasse di ladri, tornato in me stesso mi rifugiai tremante tra l’erba alta. Un’altra voce si unì alla prima, ed in poco tempo numerosi uomini vestiti di nero giunsero sul luogo dove mi trovavo circondando la pietra fluttuante, verso la quale non mostravano alcun timore.
Potevo vedere chiaramente che i tre simboli scolpiti sulla pietra brillavano di un fiammeggiante colore rosso, come se la roccia andasse a fuoco. Le figure salmodiavano insieme una preghiera o invocazione, della quale percepivo solo alcune parole in una lingua a me ignota, benché, ANU abbia pietà della mia anima, ora quei rituali non mi sono più sconosciuti.
Gli uomini in nero, le cui facce non fui in grado vedere o riconoscere, cominciarono a tracciare simboli in aria con i coltelli che scintillavano freddi e taglienti nella notte.
Al di sotto della roccia danzante, la coda di un serpente spuntava dal terreno. Quel serpente era molto più grande di qualsiasi altro avessi mai visto. La parte più sottile del suo corpo era ampia come le braccia di due uomini, al suo ergersi dal terreno una seconda coda spuntò fuori, accompagnata ben presto da un’altra ed un’altra ancora. Queste furono seguite da altri tentacoli ed il terreno cominciò a tremare sotto la loro pressione. Il canto dei preti diveniva sempre più fragoroso ed isterico.

IA! IA! ZI AZAG!
IA! IA! ZI AZKAK!
IA! IA! KUTULU ZI KUR!
IA!

Il terreno dove mi stavo nascondendo venne bagnato da qualche sostanza proveniente dal luogo dove si svolgeva il rito. Toccai il liquido, era sangue. Terrorizzato urlai, rivelando così la mia presenza ai preti. Si girarono verso di me e vidi con disgusto che si erano tagliati il torace con i pugnali per qualche scopo mistico che ignoravo, benché ora io sappia che è il sangue il cibo di questi spiriti. Per questo motivo i campi dopo una battaglia brillano di una luce innaturale che è la manifestazione di tali entità che si alimentano. Possa ANU proteggere noi tutti.
Il mio urlo ebbe l’effetto di gettare il loro rituale nel caos. Corsi via attraverso il percorso che mi condusse fin lì, con i preti che mi inseguivano, anche se alcuni rimasero sul luogo, probabilmente per terminare il rito. Il mio cuore batteva impazzito e la mia testa bruciava mentre alle mie spalle sentivo il suono di fulmini e rocce che si spaccavano, il terreno cominciò a tremare ed infine caddi.
Alzatomi mi girai per affrontare i miei assalitori nonostante fossi disarmato. Con mia grande sorpresa non c’era nessuno, delle vesti nere giacevano al suolo senza un corpo al loro interno.
Mi avvicinai con cautela ad una di queste, ed usando un lungo ramoscello, la sollevai. Tutto quello che restava del prete era una pozza di melma, simile ad un olio verdastro, che odorava come un cadavere lasciato a marcire sotto il sole.
Malgrado la paura ed il fetore ero intenzionato a verificare se anche agli altri era toccata la stessa sorte. Risalii il pendio accertandomi che anche le altre vesti nere erano nelle medesime condizioni. Arrivai quindi davanti alla roccia grigia che non galleggiava più in aria ma era tornata a terra. Il serpente, o qualunque cosa fosse, era sparito. Il terreno rifulgeva di una luce arcana ed innaturale. Tra le braci del fuoco, ormai fredde, giaceva una placca metallica. La raccolsi e notai che era incisa, mentre la osservavo la testa cominciò a dolermi come se un diavolo stesse martellando il mio cranio, quando un raggio di luna colpì l’amuleto di metallo capii di cosa si trattava ed una voce si insinuò nella mia mente svelandomi i segreti della scena a cui avevo assistito in una parola:

KUTULU

Questi sono i simboli scolpiti sulla roccia grigia, che è la Porta per l’Aldilà:
* Allegati a fondo pagina *
Dei tre simboli, il primo è la prova che la nostra razza arriva da oltre le stelle ed è chiamato ARRA nella lingua dello scriba che me lo spiegò. Nella lingua degli antichi abitanti di Babilonia si chiama UR. Si tratta del Sigillo del Patto degli Dei Maggiori, grazie al quale, coloro che lo hanno donato a noi, non possono dimenticarci. Hanno giurato! Spiriti del Cielo, ricordate!
Il secondo è il Segno Antico, ed è la Chiave per invocare il Potere degli Dei Maggiori, se usato in abbinamento con le parole ed i simboli appropriati. Il suo nome è AGGA.
Il terzo segno è il Sigillo del Guardiano, chiamato anche BANDAR. I Guardiani sono una razza mandata dai Maggiori perché vigilino su di noi, a patto che i rituali ed i sacrifici richiesti siano stati fatti, altrimenti, se invocati, ci si rivolteranno contro.
Questi simboli, perché siano efficaci, devono essere incisi su pietra e posti a terra, oppure scolpiti sull’altare delle offerte o riportato sulla Roccia dell’Evocazione, o ancora, intagliati sul metallo delle Divinità ed appesa al collo ma nascosti alla vista dei profani. Di questi tre, ARRA ed AGGA si possono usare separatamente (senza abbinarli con altri simboli). BANDAR invece non deve mai essere usato da solo, ma con almeno uno degli altri due, in quanto al Guardiano deve essere rammentato il Patto che intercorre tra gli Dei Maggiori e la nostra razza, altrimenti si ribellerà trucidando l’evocatore e saccheggiando la città finché non interverranno gli Dei stessi, richiamati dalle lacrime della gente e dai lamenti delle donne.

KAKAMMU!

L’amuleto che ho trovato tra le ceneri del fuoco e che catturò la luce della luna è un potente sigillo contro qualunque cosa possa giungere dal Cancello sull’Aldilà. Per inteso, l’amuleto funziona solamente se cattura la luce della luna sulla sua superficie, nelle nottate nuvolose o senza luna la protezione è molto debole ed i famigli provenienti dalle Terre Antiche potrebbero infrangere la barriera ed essere portati in questo mondo dai loro servitori. Non bisogna mai ricorrere a loro in questi casi, la luna è il simbolo più potente del Patto. INANNA, padre di tutti gli Dei, ricorda!
L’amuleto deve essere fatto di puro argento ed inciso alla luce della luna piena, in modo che i suoi raggi possano risplendere sulla sua superficie ed essere catturati al suo interno. Devono essere pronunciati gli incantesimi giusti ed eseguiti i rituali previsti. L’amuleto non deve mai essere esposto ai raggi solari, altrimenti SHAMMASH, detto UDU, ruberà per gelosia i poteri del sigillo. In questo caso il talismano deve essere immerso in acqua di canfora e gli incantesimi ed i rituali vanno ripetuti, anche se sarebbe meglio fabbricarne un altro.
Questi segreti che vi tramando non dovranno mai essere divulgati ai profani o agli Adoratori dell’Antico Serpente, conservateli nel vostro cuore, sempre silenziosi. La pace sia con voi!
Da quella fatidica notte in poi ho vagato per ogni dove alla ricerca delle chiavi per comprendere il sapere che mi era stato dato. È stato un viaggio penoso e solitario, ho abitato in tanti paesi, ma nessuno divenne la mia casa, ho imparato lingue, usi e costumi di ogni popolo.
Gli amici della mia giovinezza mi hanno dimenticato ed io ho dimenticato loro. Sono rimasto sette anni lontano dalla mia famiglia e quando tornai scoprii che si erano uccisi l’un l’altro per motivi che nessuno fu in grado di spiegarmi, ed il loro gregge poco dopo cadde vittima di una strana epidemia.
Ho vagato come un mendicante di città in città rimanendovi fino a quando gli abitanti non ritenessero più opportuno linciarmi che tenermi in prigione. Occasionalmente riuscivo a convincere qualche uomo colto che sarei stato uno scolaro provetto, così potei leggere gli Antichi Testi ed apprendere i dettagli della negromanzia, stregoneria, magia ed alchimia. Ho imparato gli incantesimi che provocano le malattie umane, la peste, la cecità, la follia e la morte.
Conosco tutti i tipi di demoni, diavoli, mostri, famigli e spiriti esistenti, i loro nomi e poteri ed ho acquisito le leggende sugli Antichi. So come evocare gli Dei Astrali ed ottenere il loro aiuto in caso di necessità. Ho scoperto quali terribili presenze abitano dietro gli spiriti astrali che controllano l’entrata al Tempio Maledetto dove risiede l’Antico tra gli Antichi, il cui nome non posso qui riportare.
Ma ora che mille e una lune sono passate la mia ora sta arrivando, KUTULU sta reclamando la mia anima, AZAG-THOTH vuole dilaniare la mia carne, il mio destino è segnato.
Ricordate, sempre ed in ogni momento, di chiamare a voi gli Dei perché non si dimentichino della loro promessa. Accendete fuochi sulle colline più alte e sulla cima di ogni tempio e piramide in modo che Loro li vedano e possano ricordare.
Ricordate, sempre ed in ogni momento, di copiare le formule esattamente come le ho riportare io, perché anche il più piccolo errore, una singola linea spezzata significa offrire un passaggio agli Antichi per entrare in questo mondo. Recitate gli incantesimi come sono scritti. Preparate i rituali senza errare ed eseguiteli nei luoghi e nei tempi appropriati offrendo i giusti sacrifici.
Possano gli Dei essere misericordiosi con voi! Possiate sfuggire alle fauci di MASKIM e sgominare il potere degli Antichi.
Possano gli Dei garantirvi la morte prima che gli Antichi governino nuovamente la Terra!

KAKAMMU! SELAH!


Ditemi se volete che continuo

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