La Pergamena di Edenshadow

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Aethra
view post Posted on 2/9/2005, 20:26




I PERSONAGGI

CITAZIONE
Galad = Galad abita nella città degli umani(non la definisco al fine di non rovinare la storia),dove è un soldato semplice.
Certo per la sua bravura dovrebbe essere un capitano,ma quelle sue piccole stranezze non piacevano ai superiori.
Ma a lui non importa,quella del soldato è una vita di copertura per la sua vera identità.
Infatti Galad è il principe di una delle più antiche casate di elfi,ma una triste storia aveva segnato lui e il suo futuro regno.
Le malvagie armate dei Signori delle Tenebre avevano devastato il regno,Galad aveva assistito alla morte di suo padre e di sua madre sotto tortura,e lui stesso si era salvato solo perchè un devoto servitore era riuscito a portarlo via.
Il suo obbiettivo è sconfiggere gli invasori e tornare a diritto a regnare
Odiava quella città di uomini pazzi,che si nascondevano dietro alla religione per non confessare di servire i Signori delle Tenebre nella sistematica distruzione della magia.
Li odiava perchè avrebbero preso anche lui,ed aveva il terrore che qualcuno scoprisse le orecchie a punta che teneva sempre legate sotto un cappuccio che toglieva di rado,sempre per sostituirlo con qualcos'altro.
Ma ora li odiava operchè riuscivano a bloccare la sua magia,e non aveva potuto fare niente per [nome madre Arlene] e le sue amiche quando le avevano catturate.
Ora era rimasta solo Arlene,così fiera nel guardare sua madre morire,con le lacrime che le rigavano il viso.
Celeb la portò via prima della finericordando com'era brutto vedere morire delle persone care per mano di altri.
Dopo poco si erano fermati,avevano pianto in silenzio,Galad non saprebbe dire per quanto,poi aveva riportato Arlene a casa.
Ora Arlene lo voleva vedere,sicuramente per non rendere vano il lavoro di spionaggio di sua madre,e Galad l'avrebbe seguita ovunque , e avrebbe fatto di tutto,pur di vendicare quelli che erano morti pur meritando di vivere.



CITAZIONE
Arlene = figlia di una strega, ha spesso delle visioni che le vengono inviate dal mondo dei morti. Pian piano svilupperà delle magie attive. Per ora l'unico potere attivo è la telecinesi (capacità di muovere gli oggetti con il pensiero)


CITAZIONE
Celine = Figlia di un erborista e migliore amica di Arlene, da piccola vedeva spesso la madre di Arlene compiere delle magie. Decise che, anche se la natura non glielo aveva concesso, anch'ella avrebbe avuto la magia. Fu così che iniziò a praticare l'alchimia.



CITAZIONE
Sophia è un vampiro, rinato da poco. In vita era la figlia di un duca, padre buono ma rigido nel far seguire l'etichetta. Sophia odiava la sua vita, sempre chiusa in casa, voleva l'avventura, quella dei personaggi che popolavano le leggende, che da bambina, la sua balia le raccontava.
La notte prima del suo matrimonio, Sophia scappò di casa, imparando a cavarsela da sola. Una notte conobbe uno strano viandante, che le propose di divenire una cainita...vide quella proposta come unica salvezza dalla vita di corte, e dal promesso sposo che la stava cercando per portarla indietro.
Durante la trasformazione, Rastlin il negromante, si trovò a passare di li(è stata vampirizzata nel cimitero  ), e la prese con se, visto che il nuovo padre di lei all'alba si suicidò.
Ora Sophia segue Rastlin quasi ovunque, e ha deciso di divenire negromante anche lei.



CITAZIONE
Alex= Alex è un giovane che ha frequentato la suola di magia nera di Jentaku, ma poi, a causa di una cospirazione contro di lui è caduto in un burrone. Essendo molto fortunato cadendo gli prese un attimo di quello che lui chiama "vuoto di memoria": una trance che accresce i suoi poteri.
cadendo ha eseguito un'incantesimo respingente che lo ha proiettato su, ma ha perso del tutto la memoria.
Forte della sua abilità nell'usare la spada, è capaca ad eseguire unioni di incantesini nella lama per generare colpi magici;  Proprio a causa di essi è stato espulso dal Jentaku per aver duellato contro un'insegnante(ma aveva ragione).

L'istituto Jentaku era quello del lupo, quindi Alex ha una grande affinità con questo animale...

i suoi colpi preferiti sono:

Colpo di fuoco
Colpo di Liberazione(volgarmente detto "colpo dell'esorcista")
Force proyectyle(magia)
Fiamma del drago(magia)
Muro di fuoco(magia)

Da non dimenticare il fedele amico Zaied, che ha giurato eterna fedeltà ed amicizia ad Alex.

Alex aumenta il suo livello magico leggendo libri. Alla Jentaku è divenuto una celebrità dopo essersi letto tutta la biblioteca scolastica, e qualche testo proibito.




CITAZIONE
Moonriver = potente custode della magia bianca. Ha una bellezza angelica e uno sguardo vitreo. Il suo destino pare legato a quello dell'amuleto delle ombre.

Rastlin = è un negromante. Non si sa quanti anni abbia. La sua figura curva cela un grande potere.

Actarus = guerriero la cui unica forza è legata alla sua bravura nelle armi. In passato si innamorò di Finn, una fata, che impazzì e si trasformò in un'ombra oscura a causa di quanto le aveva fatto l'inquisizione.

Edgar = custode del potere del fuoco. E' fisicamente attraente: è moro, con i capelli corti, ha gli occhi neri e ogni volta che usa il potere del fuoco in essi si accende una fiamma. Passa continuamente da una donna all'altra. E' spavaldo e sicuro di sè.

Elin = custode del potere dell'acqua. Ha occhi chiari e lunghi capelli lisci e biondi. Ama molto fare scherzi, è spavaldo ma timido con le donne.

Half = custode del potere della terra. Ha una corporatura gigantesca. Sa essere gentile e affettuoso.

Faith = custode del potere dell'aria. E' una donna intelligente e risoluta. Il capo dell'inquisizione tiene in ostaggio sua figlia e minaccia di ucciderla se Faith non distruggerà la pergamena di Edenshadow.


Edited by Aethra - 2/9/2005, 21:28
 
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Aethra
view post Posted on 2/9/2005, 20:30




"LA PERGAMENA DI ENDENSHADOW": capitolo 1.


1300 ~Camera delle torture.
"Confessa di essersi resa colpevole di pratiche di stregoneria e di magia nera?" chiese l'inquisitore dalla lunga veste nera.
"No!" rispose l'imputata.
"Procedete!" disse l'uomo. Il boia raccolse il ferro rovente dal braciere e lo premette sugli occhi della donna. "AHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!" gridò lei.
"E voi..." disse l'inquisitore avvicinandosi a una seconda donna: "Confessate di esservi giaciuta carnalmente con il diavolo?"
"NOOOO!!!!! SONO INNOCENTE!!!!!!!" disse l'inquisita.
"Procedete!". Il boia tirò le corte a cui le membra della poveretta erano legate. "AHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!" gridò anch'essa.
"E voi...?"
"NOOOO!!!!!! NON HO FATTO NULLA!!!!!!"
"Procedete!" Il boia raccolse un attrezzo con cui strappò la lingua dell'imputata.
"CONFESSATE ORA????"
"Si..." rispose la prima imputata.
"Si..." rispose la seconda.
La terza fece solo un cenno di assenso col capo.
"AL ROGO!!!!" disse l'inquisitore.
Il giorno seguente le tre streghe furono bruciate nella pubblica piazza.

"Ahhhh!!!!" gridò Arlene svegliandosi all'improvviso. Era da tre giorni che sognava la morte di sua madre. Erano ormai passati mesi dal processo e dalla condanna e la ragazza non riusciva ancora a togliersi dalla mente le ultime parole pronunciate sua madre: "Vendicami..."
L'immagine di sua madre che bruciava dopo che le erano stati bruciati gli occhi era sempre visibile di fronte a lei.
"Tutto bene, Arlene?" gridò una voce di donna.
"Si, zia... tutto bene!" rispose la fanciulla. Alzatasi dal letto guardò fuori dalla finestra e ripensò a quello che sua madre le aveva detto poco prima di mandarla da sua zia: "La magia è un dono! Bianca o nera... non è di per sé malvagia... tutto dipende da come la usi... usala con saggezza! Ma questi sono tempi difficili... non tutti capiscono... vedono noi streghe come nemici... L'inquisizione ci è addosso, per questo devo lasciarti qui da tua zia... il capo degli inquisitori ha trovato l'amuleto delle ombre, in grado di bloccare i poteri di qualsiasi strega... solo la pergamena di Edenshadow potrebbe distruggerlo... ma ahimè! E' nascosta nel castello delle ombre e tutte le streghe che finora hanno cercato di recuperarla sono morte... addio figlia mia!" La donna l'aveva lasciata con le lacrime agli occhi.

Non poteva continuare così. Lei doveva fare qualcosa. Avrebbe riunito un gruppo per andare nel castello delle ombre a recuperare quella pergamena.

Galad entrò nella locanda e si diresse in un salottino affittato da Arlene.
Entrò, abbracciò la ragazza, liberò le orecchie dal complesso sistema di occultamento e disse: "Dovrai spiegarmi tutto, io non so nulla delle scoperte di tua madre, ma suppongo che fosse arrivata alla soluzione di tutto"
Poi le lasciò il tempo di riordinare le idee, mentre quest'ultima si affacciava ad una finestra che dava su un cortile interno

"Aspetta solo un secondo!" disse Arlene. "Eccola che arriva!". dalla porta fece il suo ingresso Celine.
"Eccomi qui amica mia! Sempre pronta la tuo servizio con la mia buona scorta di ampolle!" disse la ragazza tutto pepe che si dilettava nell'alchimia.

"Bene! Ora posso parlare. Come sapete discendo da una generazione di streghe... e questi sono tempi molto difficili per noi. Il capo degli inquisitori è in possesso dell'amuleto delle ombre, in grado di bloccare la magia. Solo la pergamena di Edenshadow può distruggere tale amuleto... ma nessuno è ancora riuscito a portarla fuori dal castello delle ombre! Alcune streghe, amiche di mia madre, tempo fa tentarono l'impresa... ma nessuna uscì viva da quel castello... dicono che ci fossero cose mostruose! Mia madre allora insieme ad altre sue due compagne tentò di introdursi nella dimora dell'inquisitore per rubare l'amuleto... ma fallì! Ora sono venuta a chiedervi aiuto per recuperare la pergamena... posso contare su di voi?"

"Su di me di sicuro!" rispose Celine.
"Comunque vada ho promesso di proteggerti, nel bene e nel male, e dopo quello che è successo farei di tutto per far tornare un po' di senno in queste contrade" disse greve l'elfo, guardando la pioggia cadere sull'erba, quindi si girò e aggiunse: "Più si è e meglio è in quel castello, conoscete qualcun altro che ci possa accompagnare?"
"Comunque vada ho promesso di proteggerti, nel bene e nel male, e dopo quello che è successo farei di tutto per far tornare un po' di senno in queste contrade" disse greve l'elfo, guardando la pioggia cadere sull'erba, quindi si girò e aggiunse: "Più si è e meglio è in quel castello, conoscete qualcun altro che ci possa accompagnare?"
"C'è Moonriver la maga! E poi che Darksmoke, lo stregone nero! Actarus, il guerriero! E quel provolone di Edgar, che ha in sé la magia del fuoco!" rispose Celine.

Vedendo che i nomi non erano del tutto conosciuti a tutti, allora,
Arlene descrisse meglio quelle persone:
"Sì, Moonriver è una maga che usa la magia bianca. E' molto pallida in viso ed ha una figura fragile all'apparenza ma è una maga molto esperta. Darksmoke, lo stregone nero, ha un aspetto molto austero ed è spesso taciturno, soprattutto quando è sospettoso, ovvero quasi sempre. E' un uomo alto, agile ma molto sulle sue: veste sempre di nero.
Infine, Edgar. Celine ha ragione. E' un bell'uomo in cerca di avventura ma anche di molte avventurette: è molto utile però, se non ha distrazioni. Anche se è un po' narciso e con la fama di amatore, lui è molto agile e forte al tempo stesso, nonché può essere ritenuto un vero maestro nelle magie di fuoco".
Sentito il silenzio di chi stava ad ascoltare le sue parole, Arlene continuò mostrando con un dito la direzione indicativa a cui si riferivano le sue parole:
"Vi posso dire dove potete trovarli. Li possiamo richiamare qui oppure possiamo andarli a cercare. Moonriver si trova presso un lago, non molto distante da qui, Darksmoke su quella collina che si trova laggiù ed Edgar, in giro tra queste locande".
"Non avete parlato di Actarus, dov'è?" disse Galad
"Bella domanda, Galad! A quanto ne so potrebbe essere ovunque! E' sempre in viaggio per imparare nuove tecniche di combattimento..."
"Ma in questo momento sono qui!" disse una voce maschile mentre la porta si spalancava mostrando un'imponente figura. "Actarus al vostro servizio, signori!" L'uomo fece un inchino poi rivolgendosi ad Arlene disse: "Sono rammaricato per quanto è accaduto a vostra madre!" disse.
Arlene abbassò lo sguardo, e farfugliò qualcosa che risuonò come un "Vi ringrazio".
Galad prese in disparte Actarus: "Una stella brilla sull'ora del nostro incontro Actarus, così non perderemo tempo nel cercarti" Poi fissò Arlene, che ora si predisponeva a contattare mentalmente Moonriver e Darksmoke: "La ferita è ancora aperta, lasciala rimarginare con il tempo, e vedrai che potrà tornarne a parlare senza più piangere".
Actarus distolse il suo sguardo, poi disse: "Vorrei tanto poter fare qualcosa!"
Galad lo guardò stupito: "Credi che Medea, la madre di Arlene, sia morta invano?
No, è morta dandoci preziose informazioni, che potrebbero riscrivere la storia, e quando saremo tutti qui riuniti capirai.
Per ora dobbiamo andare a cercare l'ultimo membro della nostra spedizione in giro per le locande, e ho bisogno di qualcuno che mi guardi le spalle."
Actarus disse: "Ok, prima lo troviamo meglio è"
Galad parlò rivolto a Arlene: "Noi andiamo in cerca di Edgar, tu intanto richiama qui i due maghi, ma aspetta il nostro ritorno e raccontare la storia"
"Forse potrei richiamare anche Edgar...."
"Nel chiasso in cui si troverà? Non credo" detto questo uscì con Actarus
La dimora di Edgar non era molto lontana ma quando Actarus e Galad bussarono alla porta non udirono risposta. Sentirono però un suono di violino.

All'interno della sua casa, Edgar stava esibendo le sue doti musicali di fronte a una donna seminuda distesa sul divano.
Qualcuno continuava a bussare alla porta ma Edgar faceva finta di non sentire.

Fu a quel punto che Galad perse i nervi.
Avendo udito e vista buoni come tutti gli elfi vedeva e sentiva Edgar.
Bisbigliò qualcosa ad Actarus, poi urlò: "Una parata di splendide donne sta passando per le vie della città, e sembrano molto accondiscendenti .....".
Passarono due secondi, e poi una figura uscì alla velocità della luce dalla casa, ma fu subito afferrato da Actarus.
Galad disse: "Il signor Edgar?"
e Edgar: "Direi di sì, ora potreste lasciarmi andare, ho sentito dire che c'è della gente che mi aspetta"
"Credo che lei abbia fatto tardi. Ma in compenso noi siamo qui per offrirle l'avventura"
"Beh, a quella non ho mai rinunciato, un attimo che prendo le mie cose e vengo...."
Ma in quel momento una donna uscì tirando addosso a Edgar pezzi di un armatura leggera e una spada gigante, finché non finì i colpi, poi disse: "Amavi solo me eh? NON FARTI PIU' VEDERE"
Edgar stupito farfugliò: "Ma, ma, ma,...QUESTA è CASA MIA"
Actarus intervenne: "E' meglio andare o faremo notte, si rivesta su"
Edgar obbedì restio, poi si incamminarono verso la locanda

Nel frattempo, Arlene richiamò telepaticamente gli altri. In quell'istante comparvero davanti a lei due persone. Erano Darksmoke, una figura taciturna con le braccia incrociate, il viso un po' corrucciato e il suo solito sguardo tetro e Moonriver, una donna di rara bellezza e con lo sguardo vitreo ma delicato. Delicatamente Moonriver si rivolse ad Arlene:
"Salve, ho sentito il suo richiamo e sono accorsa. Cosa succede?"
Darksmoke ascoltava ma non aggiungeva altro.
Arlene allora rispose:" Abbiamo bisogno del vostro aiuto, vi spiegherò quando saranno arrivati anche gli altri"
A questo punto, Darksmoke uscì dal suo silenzio: "Gli altri?!? Quali altri? E' un modo come un altro per dire che il nostro aiuto non è di vitale importanza! Gli altri…..".
Arlene: "Invece il vostro aiuto è necessario: vi prego di attendere che arrivino gli altri per informarvi."
Moonriver: "E' giusto, così vedremo anche le persone con cui collaboreremo."
Galad entrò, facendo un profondo inchino ai nuovi arrivati.
Quindi levò il cappuccio, sorprendendo Edgar.
"Ma, ma" disse "gli elfi sono spariti da questa parte del mondo almeno due secoli fa!"
"Almeno uno ve ne rimasto invece, ed è destinato a compiere il destino della sua gente!".
Quindi si rivolse ai due maghi: "Moonriver e Darksmoke, una volta eravate famosi nel regno degli elfi, ma credevo foste spariti con la mia gente fuggiasca"
Darksmoke rispose: "La nostra dimora è qui, nel bene o nel male, e non la abbandoneremo mai."
"Mi fa piacere, ed ora abbiamo bisogno di tutto l'aiuto possibile per fermare questi stolti.
Altri vi faranno sapere come....."Guardò Arlene: "per mio conto posso solo dirvi che sono anni che io, Medea e tutte le streghe presenti in città cercavamo l modo di fermare questa follia, fin da quando iniziò alcuni decenni fa, e ora sua figlia Arlene possiede la risposta, ed è meglio che parli lei delle cose che sa meglio di me"

"So solo quel che si dice in giro su quel castello... e cioè che è infestato dalle anime di maghi e stregoni defunti... Una volta oltre alla pergamena di Edenshadow anche il talismano d'ombra si trovava lì! Maghi e stregoni vivevano in quel castello col solo scopo di impedire che qualcuno riuscisse a rubare uno di quei due oggetti. Ma quel subdolo del capo dell'inquisizione riuscì ad introdursi nell'ala est del castello e a prendere il talismano. Una volta messoselo al collo nessuna magia fu più in grado di fermarlo. Egli bloccò i poteri di tutti i custodi e in una sola notte li fece massacrare dai suoi boia. Le urla si possono udire fra le mura del castello..."

"Ma non prese la pergamena?" chiese Celine.

"Ne ignorava l'esistenza... e la ignora tuttora!"

"Bene! In questo caso sarà uno scherzo per noi impadronircene! Gli spettri dei maghi e degli stregoni devono stare dalla nostra parte!"

"Purtroppo non è così... la loro esistenza era legata al talismano e alla pergamena... ora sono anime dannate e la loro dannazione consiste nel proteggere la pergamena da chiunque!"
Galad la guardò: "Una volta quelle anime furono buone e gentili, ed erano i più grandi saggi del vasto mondo, non parlarne così, non lo meritano.
L'unica loro colpa e di essere morti con l'odio nel cuore, e odio ed amore sono sentimenti che scavalcano ogni ragionamento razionale"
"Non è mia intenzione parlarne male! Ma il talismano ora le controlla! Anche per questo ora dobbiamo agire in fretta!" rispose Arlene.
"Ora vi chiedo siete disposti ad accompagnarci per la vostra e la nostra salvezza?" chiese l'elfo guardando tutti con i suoi occhi profondi
"Sicuro che verrò!" disse Moonriver.

"Come potrei rifiutare?" disse Edgar che da quando era entrato non aveva tolto per un attimo gli occhi di dosso a Moonriver.

"Eccomi!" disse Celine.

"Al vostro servizio!" disse Actarus.

"Non ho niente di meglio da fare..." disse Darksmoke.

"Perfetto, trovatevi domani all'alba sotto la grande quercia che si trova sulla strada a 200 passi dalla città, pronti a partire mi raccomando.
E ora via o qualcuno potrebbe sospettare"
"Un momento! Ci sono anch'io!" rispose una figura curva che faceva il suo ingresso dalla porta.
"E voi chi siete?" chiese Actarus.
"Rastlin, un negromante! Posso esservi molto d'aiuto all'interno del castello..."
"Come sapevate del nostro incontro?" chiese Actarus.
"Me lo ha detto lo spettro di Medea... mi ha detto di proteggere... sua figlia..."
"Arlene, potresti avvicinarti?" disse Galad
La ragazza obbedì
"non è conforme a sicurezza portare quell'uomo con noi, non mi fido, sento qualcosa di malvagio attorno a lui."
"Forse... ma essendo un negromante è anche suo interesse che la magia venga preservata! Io dico di prenderlo con noi!" rispose Arlene.
La conversazione fu interrotta quando si udì bussare alla porta.
Intanto, una giovane ragazza, completamente vestita di nero, il cappuccio calato fin sopra gli occhi, mette piede nel locale.
Con gesti lenti ed innaturali chiude la porta calando il cappuccio dal volto: agli occhi dei presenti appare un volto perfetto, marmoreo, candido come la luna che in quel momento sorge ad est; gli occhi verdi come due smeraldi intensi, profondi, ma morti si spostano su ogni uomo e donna presenti per fermarsi su Rastlin...

"Mi avete chiamato mio signore?"

L'uomo sorride compiaciuto nel vedere la ragazza.

"Si mia cara Sophia...partiremo con questi signori per un lungo viaggio. La tua presenza potrebbe tornarci utile, e inoltre...avrai svariate occasioni per imparare l'arte della negromanzia"

La ragazza guarda perplessa il negromante, poi gli si affianca.

"Molto bene!" disse Arlene. "Abbiamo un nemico comune, colui che vuole porre fine alla magia. Quindi saremo lieti di avervi fra noi!" disse Arlene. "Direi di avviarci questa notte stessa!"
"Stanotte a mezzanotte, ma ora via, siamo stati già troppo tempo qui!" disse Galad
Sembrava che quella notte non arrivasse mai...
Celine, nella sua umile casa preparava pozioni che avrebbero potuto esserle utili nell'impresa. Vediamo... veleno verde più ali di pipistrello... pozione per la guarigione, incantesimo direzionale. Zampe di rana... ali di mosca... per salti più lunghi... cuore di rana, code di lucertola per un incantesimo esplosivo ... ali di uccello e polvere di diamante per l'invisibilità... e questa è l'ultima!
Celine chiuse il suo zaino soddisfatta. Le sembrava di aver preso tutto. Chissà se in quel castello troverò anche a leggendaria pietra filosofale! pensò e si sedette aspettando con ansia che la notte arrivasse....
Galad canticchiava un inno del mondo occidentale, eco dell'era degli alti elfi, mentre ricontrollava tutto.
Speriamo di avere tutto ,ricapitolando ho preso: L'arco della mia famiglia, le frecce che ho incantato, la mia spada, viveri per andata e ritorno ,il mio libro di magie,...........
Continuò per molto, poi si accostò alla finestra e intonò un canto delle azioni valorose degli anni antichi, lasciando che il ricordo lo cullasse fino all'ora prestabilita.
Ritirata nelle sue stanze, Arlene fece altrettanto. Prese tutto l'occorrente per miscelare pozioni magiche ma anche un falcetto ed uno stiletto. Non si poteva mai sapere: strada facendo, avrebbe potuto incontrare nuovi ingredienti necessari per nuove pozioni, ma questi oggetti avrebbero potuto anche ritornarle utili per una minima difesa personale non magica.

Darksmoke prese in fretta quello che gli sarebbe servito(in realtà era pronto da tempo, perché un mago non può definirsi tale se non riesce a capire che qualcosa si sta muovendo),e uscì.
Camminare nella notte era uno dei pochi piaceri della sua vita.
Lui sentiva la notte, la toccava, sentiva il suo odore, poteva vederla tutt'intorno a lui, lui poteva diventare un tutt'uno con la notte.
Era un amore nato anni prima, fin da quando era piccolo.
Nella notte lui sentiva suoni, e le parole che ascoltava davano preziose informazioni.
Poi un giorno aveva chiesto aiuto alla notte, e la notte lo aveva accontentato.
Darksmoke non pretendeva di dominarla, le forze dell'oscurità non possono avere padrone, diciamo solo che le forze dell'oscurità avevano deciso di donargli i loro poteri.
Il mago arrivò al luogo prescelto con largo anticipo, e aspettò assaporando ogni attimo di quella notte.
Actarus, solo, in una stanza illuminata unicamente da una candela, lucidava la sua spada. Chissà cosa mi aspetta... pensava mentre guardava fuori dalla finestra in attesa della mezzanotte...
Nel frattempo, MoonRiver si avvicinò al balcone uscendo dalla finestra. L'aria che respirava era pungente ma le piaceva stare a contatto con quella natura. Dopo un leggero sospiro, la strega rientrò, abbracciando a sé il suo libro di magia bianca. Si appressò allora ad un tavolino su cui era posato una specie di tagliacarte, di cui si appropriò per ogni evenienza.

Sophia uscì nella notte, assaporando le dolci carezze, che il vento le faceva sfiorandole la bianca pelle. Ogni notte la luna l'affascinava, ogni notte era sempre diversa e piena di meraviglie, che le si mostravano nella forma più perfetta, come singoli oggetti d'arte; ogni foglia, ogni petalo di rosa aveva ai sui occhi un universo di bellezza e magia in se; quello il suo più grande pregio e il più grande difetto...Quante volte Rastlin l'aveva salvata ricoprendole il volto prima che la luce del sole la portasse via, la facesse morire, in uno dei sui stati di meravigliosa estasi...
Ma era ora di nutrirsi, era ora di ridare forza alle sue morte membra. Camminando con calma nelle periferie della cittadina, un mendicante stanco e morente le si mostro allo sguardo. Sorrise delicatamente mentre sfiorava con i piedi il terreno che la dividevano da lui. Si chinò e lo prese tra le braccia, amorevole e materna e prima di affondare i canini nella carne del collo, sussurrò nell'orecchio del pover'uomo.

"Morfeo ti ha già rapito, ed ora la Nera Signora allevierà le tue sofferenze"

Contemporaneamente Darksmoke sentì una vita svanire nell'aria notturna, ma non ci prestò attenzione, succedeva quasi ogni notte.
Edgar urlava in casa sua, dimostrando poca accortezza per mantenere segreta la missione: "NO; NON SO QUANDO TORNO E TE NE PUOI ANCHE ANDARE PER QUANTO ME NE IMPORTA!" succedeva sempre così con le donne.
Infine dopo ore di discussione riuscì ad essere pronto in tempo per partire.
Rastlin, chiuso nella sua camera nella locanda, osservava il mutare delle stelle nel cielo; seduto alla scrivania, attendeva l'ora stabilita della partenza.
La piccola sacca, con lo stretto necessario sul letto, sempre pronta per ogni evenienza...una fitta atroce lo colpì all'improvviso, e lui portò la mano al petto, come a voler estirpare quel male, che ormai da tempo lo colpiva, iniziò a tossire quasi con violenza, ed un'imprecazione gli sfiorò le labbra...
Bevve un sorso di uno strano liquido, da una boccetta appesa alla cintura, semi nascosta la veste.
Uscì dalla stanza in cerca della giovane alchimista...
L'ora era ormai giunta....


 
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Aethra
view post Posted on 2/9/2005, 20:31




Capitolo 2: "La pergamena di Edenshadow":


Celine fu la prima ad arrivare sul luogo dell'appuntamento. Spero che gli altri siano puntuali! pensò.
Non fece in tempo a pensarlo che Galad apparve da dietro l'angolo camminando sicuro,e Darksmoke le apparve alle spalle uscendo dall'ombra e facendola sussultare Poco dopo anche Actarus fu lì, seguito da Edgar.
Arlene e Moonriver furono le ultime ad arrivare, di lì a poco.
Sophia e Rastlin furono gli ultimi ad arrivare, l'allieva sorreggendo il maestro; con un debole gesto del capo Rastlin salutò i presenti attendendo le indicazioni del viaggio. Sophia rimase silenziosa sorridendo appena.
"Ora che ci siamo tutti....."disse Galad:" è ora di consultare la mappa".
Detto questo srotolò una pergamena che aveva in tasca, poi continuò:" ci sono due vie, una più sicura, ma lunga, che passa per molti paesi prima di arrivare alla meta, ed una breve ma insidiosissima, che conduce nel luogo più temuto di queste contrade......."
"Io direi di raggiungere la meta facendo la strada più breve sebbene insidiosa" disse con tono piuttosto flebile Moonriver.
"Confidi un po' troppo sulle tue capacità. Non sappiamo cosa ci aspetterà, né se siamo in grado, ora come ora, di affrontare insidie magari più grandi di noi, io opto per la via meno breve ma più sicura" propose Arlene.

"La strada più breve!" disse la vispa Celine.

"La selva delle anime perdute..." disse Actarus con un fil di voce e abbassando lo sguardo.

"Cosa?!" disse Celine.

"E' il nome del bosco in cui dobbiamo passare per percorrere la strada più breve..."

"Perché si chiama così?" chiese l'alchimista.

"Un tempo, prima dell'arrivo dell'inquisizione era un bosco bellissimo dove le fate vivevano spensieratamente... poi, dopo che si fu impadronita del medaglione, l'inquisizione arrivò anche lì. Le fate furono prese, torturate e private degli occhi... furono lasciate libere infine... ma come anime infelici che vagavano senza meta in quello che fino ad allora era stato il loro paradiso. Essendo l'anima delle fate legata a quella della foresta, gli alberi divennero tristi insieme a loro... iniziarono ad appassire... poi... non riuscendo più a sopportare tale sofferenza le anime delle fate divennero malvagie... e queste si trasformarono in creature delle tenebre... la foresta stessa divenne malvagia... superarla sarà un'ardua impresa... ma noi ce la faremo!" disse Actarus con sguardo risoluto. Ma intanto dentro di sé era pieno di tristezza. Finn... pensava...
"Se non si può evitare verrò nella selva con voi" aggiunse Edgar triste. Con voce rattristata, anche Arlene e MoonRiver si accordarono con loro per la foresta.

Sophia guardò attentamente uno per uno i membri della sua nuova compagnia, in fine parlò con voce calma e suadente.

"Non ho timore nel seguirvi, sono una creatura della notte, molti mi definirebbero malvagia, quindi...sarà un po' come ritrovarsi tra fratelli"

Un sorriso gentile, per quanto un vampiro possa sorridere gentilmente, le apparve in volto poi, parlando tra sé e sé.

"Mmmh...chissà che sapore hanno quelle piccole creaturine..."

Rastlin ancora al suo fianco, la spintonò delicatamente e le parlò con tono divertito e severo.

"Sophia...Ma come puoi pensare a mangiare in queste situazioni?"
"Bene, è ora di partire....."
La frase fu interrotta dal rumore di molti uomini che correvano e dal clangore delle armi.
"GLI UOMINI DELL'INQUISITORE,FUGGITE IN ORDINE SPARSO VERSO IL BOSCO"
disse Galad e poi partì, un uomo gli si parò davanti dicendo: "Fermo in nome dell'.....'"La frase gli morì in gola quando un fendente lo scagliò contro un albero vicino..
Edgar seguì il sentiero di Galad, mentre Darksmoke semplicemente sparì nell'aria notturna .
Un bosco tetro ora si presentava di fronte a loro. I rami degli alberi si intrecciavano a tal punto da impedire in alcuni punti il passaggio di qualunque essere umano... l'aria era pesante... e più il gruppetto avanzava più respirare diveniva faticoso...
Celine impaurita si stringeva al braccio di Actarus che non pareva affatto spaventato. Tuttavia aveva un'espressione strana sul volto... un'espressione che ha chi soffre profondamente...
Arlene continuava a camminare cercando si farsi strada con le mani. Alcuni rami erano talmente tanto esili all'aspetto ma robusti e contorti nella realtà, che alcune spine su di essi le si impigliavano alle maniche del vestito. Per liberarsi da queste spine, spesso Arlene finiva per ferirsi le dita.
Invece, MoonRiver sembrava affaticata: l'ambiente tetro non era il suo luogo ottimale, ma cercava di andare avanti, precedendo Arlene.
Galad accese una torcia.
"Mi raccomando, seguite sempre la luce, perdersi è facile e ritrovarsi quasi impossibile".
Sia Arlene sia Moonriver seguivano i passi dei loro compagni di avventura. Si tenevano un po' più strette per non allontanarsi troppo dall'alone di luce che la torcia emanava. Sentivano scricchiolare pezzi di rami secchi sotto le loro scarpe e qualche rumore insolito in lontananza, sebbene questo non provenisse da un punto preciso e ben localizzabile.
Ad un tratto un vento gelido si diffuse fra i rami degli alberi.... un freddo di morte... una strana melodia giunse alle orecchie di tutti... una musica dolce e triste...

Il gruppo avanzò.

In una zona in cui ora gli alberi non crescevano più, una donna sedeva su una roccia. La fanciulla stava suonando un flauto traverso... le sue palpebre erano chiuse...

Ad un tratto la donna sollevò le palpebre: non c'erano occhi sotto di esse. Il sangue colava a fiotti dal suo viso...

Accortasi della presenza del gruppo la donna scoppiò a ridere in un modo isterico...
Arlene, dapprima spaventata da quella donna incontrata, si fece coraggio e si rivolse verso la donna senza occhi:
"Che accade, signora? Come mai si trova qui, da sola in questo luogo così oscuro a.... suonare una canzone così triste?".
MoonRiver cercava di non far notare la sua sensazione di sorpresa nel parlare veder così ad una donna avvolta in un mistero così lugubre. La presenza di quella donna le faceva sentire un senso di gelo e di morte nei dintorni.

Sophia rimase in coda al gruppo, più per la disposizione in cui si muovevano, che per essere davvero una retroguardia; ogni tanto un ramo spinato le feriva il viso o le candide mani, ma i graffi vermigli si richiudevano dopo pochi istanti. Lo sguardo preoccupato, si posava in ogni istante sul suo maestro che a fatica avanzava a pochi passi di fronte lei.
Anche alle sue orecchie arrivò la triste melodia ed un senso di angoscia la assale...
La donna senz'occhi smise improvvisamente di ridere. E parlò.
"Creature della luce..." disse indicando prima Arlene, Moonriver, Edgar, Celine, Actarus e Galad.
"Creature delle tenebre..." disse poi indicando Sophia, Rastlin e Darksmoke.
Si interruppe per qualche secondo poi continuò: "La vostra venuta era stata predetta... o' salvatori della magia... ma il successo della vostra missione dipenderà solo da voi... Prendete!"
La donna spalancò la bocca e ne fece uscire un occhio. Lo tenne per qualche istante in mano. "Io sono Amarantha... un tempo tutte noi creature della foresta eravamo fate... ma follia ci colse nel momento in cui i nostri occhi ci furono strappati... questo occhio lo trovai ai margini della foresta... ed è esso che mi permette di conservare un lume di ragione... prendetelo! Finché lo avrete voi nessuna delle mie sorelle oserà toccarvi! Ma in cambio dovrete riportare qui gli occhi delle fate, quando vi sarete impadroniti della pergamena... ma attenti! Se perderete l'occhio... neanche la vostra magia potrà proteggervi dalla follia di coloro che prima erano fate..."

Amarantha pose l'occhio nella mano di Arlene e sparì.

Arlene guardò nella direzione in cui era sparita la fata senza occhi. Guardò poi verso gli altri, senza emettere un fiato, senza scomporsi troppo.
Custodirò quest'occhio pensò prima di riporlo in una tasca interna alla sua sacca, insieme a tutti i vari ingredienti per pozioni magiche.
"Andiamo presto! - disse Actarus - Dobbiamo essere al castello prima che faccia giorno o la vampira avrà dei seri problemi!"
Arlene e Moonriver affrettarono il passo alle sue parole.
Arrivarono ad un impetuoso torrente.
"Il fiume del bosco, state attenti!" tuonò Galad per superare il rumore: "ben poche persone cadendovi hanno risalito le sue sponde, ora creerò un ponte.
Detto questo tirò una corda con rampino sull'altra sponda, l'assicurò a un albero, e, con grande maestria, percorse la corda fino all'altra sponda.
"Ora buttatemene altre tre e farò un ponte anche per voi!"
Actarus ed Edgar gli lanciarono altre due corde. Lo stesso fece anche Arlene, che li seguì, mentre MoonRiver si teletrasportò direttamente dall'altra parte della riva.
Il ponte non era stabile. Celine si lanciò per prima nell'impresa di attraversarlo... sentiva il cuore batterle forte ad ogni passo che faceva... poi ebbe la pessima idea di guardare in basso... cominciò ad agitarsi, perse l'equilibrio e... finì per rimanere appesa con una sola mano a una delle corde del ponte.
"AIUTAMI ARLENE!!!!" cominciò a gridare.
MoonRiver, dall'altra sponda, si sentiva impotente di fronte a quella situazione. Sapeva solo teletrasportarsi ma non sapeva teletrasportare gli altri nel caso in cui non ci fosse stato vero un contatto con la persona. La fune era parecchio affollata, per cui le era impossibile aiutare la ragazza in difficoltà.

Arlene si fece un po' indietro, sentendo la voce di Celine in difficoltà. Si spostò piano piano verso di lei, chinandosi lentamente per far oscillare il meno possibile la corda su cui erano sospesi, poi la prese per un braccio:
"Aggrappati alla mia mano. Ti tiro su" le disse. La ragazza obbedì, A fatica Arlene la ritirò sulla fune: l'impresa non era facile visto il tentativo di evitare di far cadere giù anche gli altri.
Galad arrivò in equilibrio su una corda.
"Celine, vieni con me" disse, e prese la ragazza in braccio, portandola fino all'altra sponda.
Celine era in salvo ma nel chinarsi Arlene aveva perso l'occhio.
Quando furono tutti passati Galad ritirò le corde, che erano di un tipo speciale, e si tenevano o cedevano secondo la volontà del padrone, quindi chiese: "Tutto a posto? Avete ancora tutto? Vi siete feriti?"

"Sì, tutto a posto" disse prima Moonriver. Lo stesso disse Arlene: "Sì, non mi sono fatta niente… E poi abbiamo…. Abbiamo… Ma dov'è finito?!?" disse Arlene cercando nella sua sacca l'occhio donatole.
"Come è accaduto?" si chiese ad alta voce, senza accorgersene.
Vedendo che gli altri del gruppo la stavano fissando per capire cosa fosse successo, allora Arlene rispose:
"Deve essere stato quando mi sono chinata. Non riesco più a ritrovare l'occhio che la fata mi ha dato l'avevo messo qui ma ora non c'è più" si giustificò mostrando la tasca della sua sacca.
Poi Arlene ripensò alle parole della fata e le pronunciò nuovamente, prima di dire:
"Mi dispiace…. Mi dispiace enormemente. Spero solo che ciò che ci aveva detto non si avveri….."
MoonRiver allora si avvicinò alla donna, poi le disse:
"Ormai la corrente del fiume deve averlo portato chissà dove…. Sono due le cose: o ci adoperiamo per recuperarlo oppure dobbiamo continuare, sperando che tutto ciò non comporti molto sulla nostra missione". MoonRiver era preoccupata quanto Arlene ma, in quel momento, non si sentiva di rimproverarla poiché il suo gesto era stato lo stesso nobile in quanto aveva aiutato una persona del gruppo in difficoltà.
"Tirate fuori le armi e preparatevi a combattere, tutti stretti contro di me, procederemo in circolo, coprendoci le spalle a vicenda, ormai la nostra salvezza è appesa a un filo, ma io avevo già preventivato di passare questa foresta senza quell'occhio, e non mi importa che tu lo abbia perso, anche se sarebbe stato tutto più semplice" disse Galad.
Arlene abbassò lo sguardo, poi, fece come Galad aveva intimato. MoonRiver rimase zitta e si adeguò anche lei.
Un'ondata di spiriti neri si precipitò addosso al gruppo.
"PRESTO! CORRETE!" gridò Actarus. Il gruppo cominciò a correre velocemente quando uno spirito afferrò Galad per una gamba facendolo cadere poi con le lunghe dita cominciò a stringere forte il collo dell'uomo.
L'Elfo urlò con la sua bella voce parole nella lingua antica, quindi parve brillare di luce propria per un attimo, gli spiriti sembrarono scappare atterriti.
"Non fermatevi, non è ancora ora! Sento che il peggio deve ancora arrivare!"

Alcuni spiriti continuavano, anche se accecati, a inseguire in gruppo. Arlene per un attimo, creò una barriera di energia attorno al gruppo. Gli spiriti allora, accecati da quella luce abbagliante e respinti, furono costretti ad indietreggiare mentre il gruppo continuava nella sua corsa.

Ad un tratto gli spiriti neri emisero un lungo grido straziante. Tutti si portarono le mani alle orecchie pur di non udire più quel suono.
All'improvviso gli spiriti si smaterializzarono ed entrarono nei corpi di Celine e di Arlene...
Celine si portò di fronte a tutti bloccandogli le corsa. Stette un attimo ferma a guardarli poi scoppiò in una risata isterica. I suoi occhi erano spenti. "Voi non uscirete vivi da questa foresta! - disse - Io e le mie sorelle... vogliamo i vostri corpi!"
Ad un tratto Darksmoke emise una lunga risata, poi disse:
"Spiriti della notte, ritornate da dove siete usciti, nelle vostre tane, io parlo per nome della mia Signora che tutto avvolge quando il sole muore nel sangue a occidente, scappate, o la mia ira si scatenerà"
Celine rise: "Spiriti della notte ci hai chiamato?! Noi non siamo spiriti delle tenebre! La tua magia non ha effetti su di noi! Noi siamo le anime perdute delle fate che dimorano in questa foresta!"
"E se non ci ubbidirete, ci troveremo costrette non solo a sbarrarvi la fuga ma vi ridurremo in una forma disumana tanto che neppure vostra madre riuscirebbe a riconoscervi. Noi vi strapperemo le ossa, rendendovi solo un piccolo ammasso di carne. Non ci credete? Posso mostrarmi su me stessa quello che noi fate sappiamo fare" urlò in una risata malefica Arlene posseduta iniziando a portare le mani verso i suoi occhi. "Non temiamo più il dolore, né il massacro! Il vostro massacro!"
Actarus saltò alle spalle di Arlene e le bloccò le braccia. "Qualcuno di voi maghi sa fare un esorcismo?" gridò il giovane.

Celine nel frattempo si era già gettata su Rastlin.

Arlene posseduta cercava di dimenarsi per liberarsi, alla fine assestò una gomitata a Actarus sullo stomaco. Actarus mollò la presa.
Stavolta fu Arlene a prendere Actarus, con l'intenzione di infierirgli un colpo al collo. Nel frattempo, MoonRiver si teletrasportò dietro di Arlene, dandole un colpo in testa. Arlene mollò la presa e Actarus fu di nuovo liberò ma la donna posseduta di rivolse di nuovo contro di lui e gli si avventò contro, mettendogli una mano attorno al suo collo cominciando a stringere.
"Come hai osato attaccarmi?!?" gli disse con tono di disprezzo.
Poi, non mollando la presa, volse anche verso MoonRiver:
"Tu... Tu me la pagherai, insulsa maga, per l'affronto!".
La posseduta stava per fare una magia contro MoonRiver, con la mano rimasta libera, giusto in quel momento.

Da un cespuglio all'improvviso apparvero Rastlin e Sophia; il primo totalmente infuriato con la seconda, che a capo chino sorbiva in silenzio, i rimproveri dell'altro.

"Non provare più a sparire così...i miei insegnamenti sono preziosi, e non credo potresti apprenderli se continui a volatilizzarti così..."

Le parole si gelarono sulle labbra del negromante, nel rendersi conto di ciò che stava accadendo ai compagni della spedizione. Rastlin, dopo il primo attimo di smarrimento, ritrovò tutto il suo sangue freddo, sfilò dal collo un amuleto e lo puntò con rabbia e convinzione verso Arlene.

"Sciocco spirito. Abbandona il corpo di questa giovane ragazza...mostrati nella tua forma naturale"

Alle parole del negromante, spasmi ed urla di dolore, iniziarono a manifestarsi in Arlene, mentre Sophia, sempre con un espressione impassibile, di innata nobiltà, estrasse dalla sua sacca una sfera di cristallo azzurro, rimanendo in attesa.
Lo spirito uscì dal corpo di Arlene, ma entrò in quello di Actarus, che dopo una sonora risata si allontanò di corsa insieme a Celine. Intanto un altro spirito entrava nel corpo di Moonriver...
Arlene cadde a terra quando lo spirito uscì dal suo corpo, come se avesse esalato l'ultimo respiro. Arlene rimase a terra, indebolita improvvisamente, senza forze, che lo spirito le aveva risucchiato. Il suo respiro si faceva sempre più calmo, quasi impercettibile.
MoonRiver, posseduta, si scagliò contro Edgar e, con un grido disumano sotrdì tutti quelli della compagnia per un attimo. Quello era il richiamo per l'altro spirito che aveva posseduto Actarus.
L'unica a non rimanere stordita dal grido, fu la giovane vampira: la non vita le permetteva di sopportare meglio ogni forma di dolore. Più arrabbiata che mai, con gesti veloci e innaturali, Sophia estrasse dalla sacca al suo fianco due statuine di giada a forma di lupo, le mise a terra e pronunciò parole arcane e incomprensibili.
Al posto della pietra apparvero due lupi in carne ed ossa, più grossi del normale e con gli occhi iniettati di sangue.

"Andate a prenderli...e portateli qui, vivi"

La voce metallica, uscì dalle labbra di Sophia in un sibilo, indicando ai due ghoul i due fugitivi. La sua attenzione si rivolse al secondo spirito, allo spirito urlatore.

"Ora cattiva fatina, entrerai qui dentro...senza storie"

E dicendo questo punto la cristallina sfera.

"AHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!" Lo spirito della fata uscì dal corpo di Moonriver e finì nella sfera di Sophia.
"Peccato! Cominciavo a prenderci gusto!" disse Edgar da sotto il corpo di Moonriver. La ragazza non rispose, guardò per qualche secondo Edgar e poi svenne.

Intanto uno spirito stava cercando di entrare nel corpo di Darksmoke. Ma la magia nera all'interno del mago glielo impedì.
Sophia soddisfatta del lavoro, guardò intorno a sé cercando di individuare i membri della compagnia. Si rese conto all'improvviso, mentre assaporava quei piccoli istanti di gloria, che i due lupi ancora inseguivano lo spirito fuggito portandosi la povera ragazza innocente.
Sophia con tutta la velocità vampirica da lei posseduta si lanciò all'inseguimento.
Actarus e Celine, ancora posseduti, erano sdraiati a terra... il ragazzo stava ora sollevando la gonna della ragazza...
All'improvviso udirono un ululato.
In quel momento l'occhio che prima aveva perso Arlene veniva raccolto da un ragazzo...
"?!" Mentre andava avanti scansato, non si sa perché, dalle forze oscure, Alex proiettava qualche rudimento di fiamme per distrarre i nemici dai corpi, e quando raggiunse quello sgangherato gruppo sentì molte presenze magiche... "Force proyectyle!!!" gridò, e le ombre furono ricacciate indietro nell'oscurità... "Hey, tu, è tuo questo?"
Gli spiriti alla vista dell'occhio si allontanarono. Ma c'erano ancora quelli che avevano preso possesso dei corpi di Actarus e di Celine.
Il gruppo si spostò nel luogo in cui si trovavano l'uomo e la donna. I lupi mandati da Sophia gli stavano impedendo di muoversi.
Alex scoppiò a ridere: "Ma che spirito malefico sei? Il mio maestro a scuola era molto più forte di te!"
Forse così riuscirò a deconcentrarlo! Pensò e, sguainando la spada, disse: "Anaketon machk arrellh kapetha khah!!!"
La spada era rossa, ma tutto ad un tratto era diventata di una luce aurea... Alex sferrò il colpo, e Actarus gli cadde in braccio, tramortito. "Che schifo!!!" urlò Alex. Lo spirito si dissolse nell'ombra, fumando.
Darksmoke guardò Celine negli occhi intensamente, e subito la ragazza cadde svenuta, e lo spirito si dissolse.
Un sorriso si stampò sulla faccia del mago mentre raccoglieva il corpo della ragazza
Ma quelli non erano spiriti comuni... erano anime, che potevano essere imprigionate ma non distrutte... tuttavia a causa dell'occhio ora in possesso della compagnia, almeno per il momento, non potevano rientrare nei corpi di quegli individui...
Celine e Actarus si ripresero a poco a poco. Celine stava malissimo poiché lo spirito era rimasto nel suo corpo più a lungo che in quello degli altri.
"Andate a cercare del ninius... è una pianta particolare che cresce solo in questa foresta! - disse Actarus - Non temete! Portate pure l'occhio con voi... questi spiriti difficilmente prendono possesso di una persona per due volte di seguito... la possessione indebolisce il corpo... e se lo facessero rischierebbero di ucciderla! Vi aspetteremo qui!" disse Actarus.
Alex era stupito... come era possibile che quelle persone avessero deciso di loro propria volontà di andare in quel castello? Si riprese quasi subito dai suoi pensieri e disse: "A quanto pare quell'occhio serviva a questo! Alla mia scuola non insegnano erboristeria, quindi non posso darvi una mano nel cercare quella pianta. Mi chiamo Alex, e sono qui per aiutarvi. E non chiedetemi perché".
"Quella pianta è molto rara! E serve l'aiuto di tutti!" disse Actarus. "Vi prego! Aiutateci a salvare Celine! Basterò io qui!"
Arlene si rialzò indebolita. Anche lei pareva della stessa opinione.
Alex disse solo queste parole: "Ditemi come è fatta questa pianta!" prima di sparire nell'ombra.
"Fiori rossi come il sangue... è tutto quel che posso dirti!" disse Actarus.
Rossi come il sangue eh? pensò Alex mentre eseguiva uno scanning magico.
Penso sia ora di chiamare degli amici pensò ancora e lanciò un ululato.
Il gruppo si sparse a cercarli.
Galad li trovò sotto un albero poco distante.
Che fortuna! Pensò, e poi lo vide uscire dalle tenebre, e cacciò un urlò potentissimo, prima di prepararsi a resistere fino alla morte
Arlene fece altrettanto: aveva con sé il suo falcetto per prenderne in una buona quantità. Tuttavia era ancora debole, per cui traballava un po' sulle sue esili gambe.
Mentre gli altri del gruppo erano lontani, Celine a dispetto di quanto pensava Actarus cominciò a riprendersi.
"Come stai?" chiese il guerriero.
"Mi sento molto debole... mi serve del ninius..."
"Sono andati tutti a cercarlo, rispose Actarus.
"Ma se è nella mia sacca!" rispose Celine. Hai dimenticato che sono un'alchimista?"
Actarus guardò nella sacca. Di ninius in effetti ce ne era in abbondanza. Il giovane ne diede un po' alla ragazza che recuperò appieno le forze.
Celine saltò in piedi: "Allora? Andiamo a cercare gli altri?"
"Ehi! Ehi! Rischieremmo di perderci! aspettiamoli qui!"
"Ma potrebbero metterci molto prima di trovare quella pianta..."
"D'accordo... andrò io a cercarli! Accidenti! Quel ninius è miracoloso! E' come se non ti fosse accaduto nulla!" disse Actarus.
"Vero!" rispose lei e mentre Actarus si allontanava Celine si sedette davanti ad un albero... poi d'un tratto senti qualcosa... in un istante era tutto finito.

Actarus trovò prima Moonriver ed Edgar, poi Arlene, Sophia, Rastlin, Alex, Galad e infine Darksmoke. Messili al corrente che la ricerca non serviva più li condusse tutti fino al punto in cui si trovava Celine. "Finalmente! Vogliamo andare?" disse la ragazza.

Il gruppo riprese la strada verso il castello delle ombre...

 
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Aethra
view post Posted on 2/9/2005, 20:33




Capitolo 3: "La pergamena di Edenshadow":


Il gruppo raggiunse in fretta il castello.
Era tetro e sin dall'esterno si respirava aria di morte....
Al centro del giardino c'era un laghetto. L'unica cosa viva di quel posto...
Arlene si avvicinò di più agli altri del gruppo. MoonRiver, attratta dal lago che le ricordava il suo ambiente naturale, si avvicinò alle acque di questo, distanziandosi leggermente dal gruppo.
Quello che Moonriver vide affacciandosi al laghetto fu il corpo di una bambina che sembrava morta per affogamento da poco tempo. La pelle era violacea... Ad un tratto la bambina spalancò gli occhi e afferrando due ciocche di capelli di Moonriver cominciò a tirarla con forza dentro il lago...
La maga emise un grido di sconcerto, mentre tirava dal lato opposto per non cadere nell'acqua. Cercò di strappare i suoi capelli dalle mani della bambina. Li tirò talmente tanto in direzione opposta, che la mano della bambina avrebbe dovuto fuoriuscire dall'acqua. Invece niente usciva fuori dall'acqua se non i capelli della maga. La bambina sembrava solo una apparizione ma non era propriamente così. La maga veniva attratta da quelle acque inquiete. Lei si poteva rispecchiare sulla superficie della acque del lago e la sua immagine, dapprima rassomigliante alle sue fattezze, si andava mutando. I suoi lineamenti si facevano più scavati, quasi come se la sua immagine riflessa stesse morendo. La maga fu presa dall'angoscia.
Quella sono io e sto morendo…. No, non può essere! Eppure io sono viva, quindi, anche la bambina è viva e si è persa nell'immagine distorta del lago!
MoonRiver era colta dal delirio e si buttò in acqua alla ricerca di quella bambina.
Sul fondo del lago all'improvviso si aprì un vortice in cui Moonriver fu risucchiata. La ragazza perse i sensi...
Al suo risveglio si ritrovò in una stanza completamente bianca e vuota. La bambina del lago era accanto a lei.
"Chi sei?" chiese Moonriver.
"Non mi riconosci? Sono te stessa... qualche anno fa..."
"M- ma che stai dicendo?" chiese la ragazza.
"Non ti ricordi? Stavi giocando a palla proprio vicino al laghetto in cui mi hai ritrovato... poi la palla andò in acqua e tu tentasti di recuperala e..."
"NOOOO!!!!!!!!!!!! E' UNA MENZOGNA!!!!" gridò la maga.
"Guarda dentro di te... sai che vero... tu moristi Moonriver... fu la magia bianca a riportarti in vita... grazie alla magia del talismano delle ombre..."
"Cosa dici?!"
"Nel talismano è custodita tutta la magia bianca che è servita a salvarti... non sarebbe bastata la magia di un solo mago... così tua madre creò quel talismano in grado di imprigionare la magia bianca... e di bloccare tutti gli altri tipi di magia... quella nera... quella delle fate... ma questo tua madre non l'aveva previsto! Quando si accorse dei gravi effetti che il medaglione poteva causare creò la pergamena di Edenshadow, in grado di distruggere il medaglione! Ma se ciò accadesse la magia bianca si disperderebbe... e non potrebbe più tenerti in vita... ma se non accadesse... tutta la magia presente in questo mondo perirà... ora sai cosa ti aspetta! Addio!"
Moonriver si ritrovò all'improvviso accanto al lago. Completamente bagnata e con Edgar che le stava facendo la respirazione bocca a bocca.
Sophia e Rastlin, debole dopo l'attacco delle anime delle fate, guardarono sbigottita Moonriver che annaspava nell'acqua, non sapendo cosa fare.
Cos'era quella forza che aveva spinto la ragazza nell'acqua?
Sophia incuriosita si avvicinò al laghetto e vi guardò dentro.
Non vi era nulla nell'acqua... tutto sembrava tranquillo...
Tuttavia in quel momento da una delle finestre del castello qualcuno spiava i tre custodi della magia nera: Rastlin, Sophia e Darksmoke...
Anche Alex si era accorto che qualcuno lo spiava, ma sentiva un muro tra lui e quella persona finché, vedendo due occhi scintillanti tra gli alberi, si insospettì ma... venne fuori un magnifico esemplare di lupo adulto. "Reaper!!!" urlò Alex vedendo quel lupo; gli altri del gruppo guardavano Alex come se fosse matto, prima che spiegasse: "L'ho chiamato io... ho pensato che potrebbe esserci utile... ragazzi, vi presento il mio amico Reaper!"
Arlene rispose al saluto, avvicinandosi a Reaper con cautela, cercando di accarezzarlo sulla nuca.
MoonRiver si rialzò, si scostò leggermente come se fosse confusa e poi scosse leggermente la testa: il suo volto appariva come appesantito da una decisione importante, che avrebbe dovuto prendere. Per un attimo rimase in uno stretto silenzio, con l'idea di raccontare in seguito molte delle cose che le erano state rivelate. Molti minuti dopo, la maga riguardò verso il laghetto e domandò agli altri: "Avete visto anche voi quella bambina nel lago?!?"
Galad la guardò negli occhi gravemente, poi soggiunse: "No, nessuno di noi l'ha vista.
Pare che le anime del castello stiano già cercando di distruggerci, riesco a scorgere il dubbio dentro i tuoi occhi"

MoonRiver guardò negli occhi Galad, e poi guardò gli altri:
"Quindi, ho visto solo io quella bambina nel lago…. Era solo una visione, allora. Quella bambina mi ha parlato" disse con tono grave.
"Quello che mi ha detto riguarda un medaglione, in cui è stata imprigionata la magia bianca" cominciò col dire.
La maga fece un sospiro, prese un po' di fiato a pieni polmoni e continuò a parlare con esile voce e con aria grave in viso:
"E' stata creata, successivamente, una pergamena, la Pergamena di Edenshadow, in grado di contrastare questo medaglione. Il medaglione ha gravi effetti, mi ha detto la bambina, perciò è necessario trovare quella pergamena: per distruggere i poteri di quel medaglione, altrimenti, tutta la magia al mondo svanirà. Bisogna eseguire tutto ciò ad ogni costo" terminò dicendo MoonRiver agli altri della compagnia. La maga omise apposta alcune informazioni, quelle personali, che la bambina le aveva dato. Il pensiero di quelle parole la turbava molto.
"Ora dobbiamo solo trovare il modo di entrare, e poi chissà" soggiunse Galad.

Nel frattempo...

"Allora! Si può sapere perchè mi avete svegliato a quest'ora della notte?" disse il capo dell'inquisizione ad un boia che l'aveva svegliato nel bel mezzo della notta.
"E' successa una cosa..."
"PARLATE!"
"Guardate con i vostri occhi..." il boia indicò una bacinella piena d'acqua nella quale era immersa la testa di una strega che era stata spinta a forza nel catino fino a che non era affogata. Nell'acqua si vedeva un'immagine.
"Che potere aveva questa donna?" chiese l'inquisitore.
"La veggenza!" rispose il boia.
"Mmmmm... mi ricordo di lei! Era cieca e questo vuol dire che il potere era nei suoi occhi... quella che vediamo ora è l'ultima immagine che i suoi occhi hanno visto...."
L'inquisitore si avvicinò di più alla bacinella... "UN MOMENTO! - disse - Quello è il castello delle ombre! Che ci fanno lì quegli uomini?"
L'inquisitore si avvicinò ad una strega, una donna bellissima di circa trent'anni.
"PARLA!" disse afferrando la donna per il collo mentre gambe e braccia della poveretta erano inchiodate al muro.
"C- che volete sapere?"
"Perché quelle persone si sono recate nel castello delle ombre? C'era qualcos'altro oltre il medaglione in quel castello, VERO?!?"
"N- no!"
"TU MENTI!!!" l'inquisitore prese una sciabola del boia e mozzò di netto un orecchio alla strega.
"AHHHH!!!!!!!!!!!!" gridò la donna.
"ORA DIMMI! C'ERA QUALCOS'ATRO NEL CASTELLO!"
"NON LO SO!" disse la donna piangendo.
"Portatemi qui sua figlia!" ordinò l'inquisitore.
"NO! MIA FIGLIA NO!" disse la donna.
"MAMMA!!!!!" gridò una bambina di appena 7 anni.
"Strappatele i denti!" ordinò l'inquisitore.
Fra le urla della piccola gli incisivi le furono strappati.
"BASTA! - gridò la madre - vi dirò tutto!"
"Ora cominciamo a ragionare..." disse l'inquisitore mentre faceva cenno ai boia di fermarsi.
"Si tratta della pergamena di Edenshadow... può distruggere l'amuleto delle ombre... ma non so dove sia di preciso... in ogni caso è un luogo a cui si può accedere solo con l'unione di poteri diversi... non so altro..."
"Molto bene! Tu andrai nel castello!"
"Cosa?!" chiese la donna stupita.
"Tu andrai lì ti impossesserai della pergamena una volta che l'avranno trovata... e poi la distruggerai..."
"NO!"
"Ricordati che abbiamo tua figlia! Se non farai quanto ti ho appena detto le donerò una lenta morte... nella totale agonia..."
La donna guardò sua figlia che piangeva mentre il sangue le cadeva ancora dalla bocca poi disse: "Accetto..."
La donna fu liberata dalle catene. "Quale è il tuo nome?" chiese l'inquisitore.
"Faith..." rispose la donna.

"Possibile che con tutti questi maghi nessuno sappia aprire una porta?" chiese Celine in tono ironico indicando l'entrata principale del castello.

MoonRiver si avvicinò alla porta. Vi posò il suo bastone e, poi, una luce accecante bianca si irraggiò tutt'intorno. Al culmine della sua brillantezza, si udì un sordo rumore, poi, quando questa si affievolì. Tutti poterono notare che nella porta si era formato un varco che potesse permettere loro di entrare. Il varco era piuttosto ampio ed in altezza da agevolare l'entrata anche al lupo.

Mah...pensò Alex...
"Sono d'accordo con te!" disse Reaper. "Reaper! Dopo tutti questi anni sei riuscito a diventare emissario- lupo, quindi!" disse Alex, e Reaper rispose: "Sì, non è stato difficile!" ma dovettero interrompere la loro discussione sui vecchi tempi...
"Ragazzi..."mormorò il giovane mago" credo che abbiamo fatto un errore madornale ad entrare dalla porta principale..."

Le mura del castello iniziarono a sgretolarsi... centinaia di scheletri cominciarono ad uscire...

"E' il momento di svelare le mie antiche origini..."disse Alex... e si levò il giaccone. Apparve una lucente coda lupesca... che iniziò a diventare dura come il cemento, segno della concentrazione del mago... "FORCE PROYECTYLE!!!!!!!!!" urlò Alex, e tre quarti degli scheletri finirono a rantolare per terra. "Reaper! Dammi una mano!" Il lupo si fece avanti ed iniziò a combattere come un leone, finche non aperse la bocca... una fiammata eruppe e tenne gli scheletri a bada, formando un muro di fuoco." Alla Jentaku abbiamo bisogno di bersagli mobili... questi vanno bene!" disse il lupo... "Ho caricato molto quel force Proyectyle... ora sono molto stanco..." disse Alex.

MoonRiver cominciò a usare il suo bastone per stordire gli scheletri che non erano ancora stati sconfitti. Arlene buttò a terra una pozione che li fece indebolire.

"Grazie ragazze!" disse Alex, mentre caricava un altro incantesimo.
Celine buttò a terra una pozione esplosiva: una decina di scheletri vennero distrutti. La ragazza ripeté il gesto con un altro gruppo di scheletri... ma sbagliò pozione e questi divennero invisibili.
"Scusatemi..." disse.
A che la conosceva bene come Actarus e Arlene sembrò strano che la ragazza commettesse un simile errore. Actarus però non si fermò a rifletterci su. Con la sua spada rompeva quante più ossa poteva..
Alex non reagì allo stesso modo di Actarus. Mentre combatteva si mise a pensare... Ci sono diversi incantesimi per prendere possesso di un corpo... Reaper sparava quante più fiammate poteva...
Darksmoke intervenne, usando una magia che attaccò una sostanza densa e untuosa sugli scheletri, cosa che li rese visibili.
Nel frattempo Galad cercava di sfondare verso il castello per lasciarsi dietro gli scheletri
Intanto Edgar soffiava fiammate contro tutti gli scheletri incenerendone quanti più poteva.
"SI!!!!!!!" esultò quando ebbe distrutto il trentesimo scheletro. E senza preavviso afferrò Moonriver per la vita e la baciò.

MoonRiver, prima si divincolò da quell'abbraccio, tenne Edgar leggermente a distanza e poi ne approfittò facendo uso di tutta la sua forza per prendere a bastonate uno scheletro, rendendolo solo ad un mucchio di ossa. Arlene prese il suo falcetto e si avvicinò di corsa verso un altro scheletro, decapitandolo. Quello scheletro continuava ancora a muoversi, quando MoonRiver lo strattonò con il suo bastone. Con una pozione come un acido, la maga, fece disciogliere le ossa dello scheletro. La pozione però colpì anche la gonna di Arlene provocandone una fessura al livello dei piedi.
"Scusa" le urlò MoonRiver.
"La prossima volta fai più attenzione con quelle pozioni!" la redarguì Arlene.
Volgendosi verso Edgar, MoonRiver complottò: "Riesci a tenere a bada quel gruppo di scheletri laggiù? All'ultimo secondo, spostati, così lancio un'altra pozione acida"

"Certo, dolcezza!" disse Edgar e stendendo il braccio e spalancando la mano cominciò a creare un muro di fuoco.

"Ottimo!" esclamò la maga. MoonRiver non face caso alle parole di Edgar: fece solo caso al fatto che aveva fermato quegli scheletri e che quello era il momento adatto per agire e lanciare la pozione. Quest'ultima disciolse quasi tutti gli scheletri di quel gruppetto. Nel frattempo, altri scheletri stavano attaccando il resto della compagnia.
Uno scheletro avvinghiò le sue ossute mani attorno al collo di Celine. Fu Actarus a salvarla. "Come ai vecchi tempi!" disse Celine. Actarus la guardò stupito in un primo momento... poi il suo sguardo cambiò... come se avesse compreso qualcosa.

Il pavimento non era stabile. Non molto lontano dal gruppetto, c'era un buco da cui uscivano alcuni scheletri. Arlene, vedendo gli scheletri visibili sulla superficie, iniziò ad indietreggiare mentre cercava pozioni nella sua sacca. Nel frangente, non fece caso a quella fessura e vi cadde dentro. La fessura era ampia quanto bastava per permettere ai corpi ossuti degli scheletri di salire in superficie. La gamba di Arlene rimase incastrata a metà, impedendole di muoversi ulteriormente. L'accesso per altri scheletri era, in questo modo, ostruito temporaneamente ma la ragazza aveva metà del corpo inferiore immobilizzato. Poco dopo, qualcosa iniziava a graffiarle una gamba, che la fece lamentare per il dolore. Sentiva la carne della gamba come dilaniarsi ed una sensazione di freddo e di morte in quegli istanti Erano gli altri scheletri che cominciavano ad attaccare con l'intento di romperle la gamba, pur di salire in superficie e di compiere il loro dovere, che era stato loro ordinato.

Galad corse da lei e cominciò a sollevarla, con forza, mentre gli scheletri indietreggiavano vedendolo nella sua rabbia, che lo faceva risplendere agli occhi dei compagni...
Edgar intanto continuava a fare uscire fiammate dalla bocca e a incenerire scheletri.
Actarus li distruggeva con la sua spada.
Celine continuava a gettare a terra pozioni esplosive.
Alex pensò: questi non finiscono mai! Non mi resta che scagliare il colpo dell'esorcista, ma sono molto stanco, e il colpo di liberazione consuma molta energia a livello sia fisico sia spirituale; dovrò chiedere aiuto a Reaper!

"Reaper!" gridò Alex in piena potenza" vagli a prendere il regalino!" "Ok!" disse Reaper, e sparì.
Alex sparò un flash con la sua spada e allontanò gli scheletri, poi aiutò Arlene a tirarsi su... intanto Reaper era arrivato con qualcosa in mezzo ai denti che lanciò ad Alex... "Arlene! Vai via con gli altri!" disse solo, poi spezzò la sua lama a metà su di uno scheletro. La spada era inservibile ormai, ma Alex raccolse l'oggetto misterioso... svolgendo il telo che avvolgeva la cosa, Alex la incastonò nell'impugnatura della sua spada. Era una lama che aveva l'aria di aver combattuto troppe battaglie, logora e quasi del tutto spezzata; appena Alex menò un fendente in aria, la spada si illuminò e tantissimi scheletri finirono per terra a quel bagliore. "Reaper!" "Eccomi!". Con gran sorpresa del gruppo Reaper entrò DENTRO Alex, e la coda di Reaper si amalgamò con la sua... "Anakheton makh arrellh khapetah kah!!!" urlò l'ibrido Alex- Reaper con doppia voce, scagliò il colpo e gli scheletri si disintegrarono a contatto con quell'energia... Alex e Reaper giacevano a terra, stanchi e divisi; Alex disse "Reaper, quella è la spada di Jentaku! Dove l'hai trovata?" Reaper rispose: "Alex... poi ti spiego..." e si addormentò dolcemente.
Galad prese in spalla i due e disse: "MUOVERSI! Dentro!"


 
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Aethra
view post Posted on 2/9/2005, 20:33




Capitolo 4: "La pergamena di Edenshadow".


Mentre il gruppo dei protettori della magia combatteva all'interno del castello, Faith era giunta a destinazione. Il suo potere era quello dell'aria quindi aveva facilmente superato il bosco volando.

Giunta davanti al castello con una folata di vento buttò giù la porta.
Tutti la guardarono stupiti.
"Sono dei vostri! - disse la donna - sono qui per difendere la magia..."
"Ghhhh..."mormorò Alex. gli faceva malissimo una gamba. Aveva un crampo, così prese la spada... e si tagliò una gamba! Ma la spada si fermo a meno di un centimetro dalla zona muscolare dove c'era il crampo, si illuminò e Alex guarì del tutto. Credo che ci sarà utile questa spada...pensò Alex, e Reaper disse "Già..."
"Ma tu chi sei? Che ne sai della nostra missione?" chiese Actarus.
"Della vostra missione se ne parla dal momento in cui la pergamena e il medaglione furono creati... le streghe nei loro sogni ebbero varie premonizioni... i rappresentanti di ciascun tipo di magia in questo giorno sarebbero venuti al castello per impadronirsi della pergamena e avrebbero distrutto l'amuleto d'ombra..."

"E tu che magia possiedi, mia bella signora?"

"La magia dell'aria. Tu invece possiedi quella del fuoco, se non sbaglio..."

"In effetti..." Edgar fece apparire una sfera di fuoco nel palmo della sua mano.

"Sento che un custode della magia della terra è già nel castello... e quello della magia dell'acqua sta per arrivare... se non li troviamo la nostra missione fallirà..."
"Bene, ed io che rappresento l'oscurità dico che è meglio muoversi, prima di incappare in qualcosa di brutto senza aver fatto nemmeno dieci passi" sentenziò cupo Darksmoke
Alex era inquietato da quella donna... dalla sua posizione di infortunato disse "Hey... che ne possiamo sapere noi che tu non sei un nostro nemico?" e pensò E' vero... lo sento... ma il custode non sarà mica... ZAIED???
"E noi che ne possiamo sapere che TU non sei nostro nemico? Non abbiamo altra scelta che fidarci l'uno dell'altro!" Detto questo Faith cominciò ad avviarsi. "Allora? Mi seguite o no?" disse.
Darksmoke disse deciso: "Sono già davanti a te" detto questo si materializzò pochi passi più avanti.
Galad si avviò con fare deciso
Celine e Actarus li seguirono.
"AYIHA!!!" la gamba faceva ancora male... ma non così tanto... così Alex cominciò a camminare, seguito da Reaper. "Che ne pensi?" chiese il lupo "penso che di lei ci si può fidare... dopo il test di Gail ne sono sicuro", e si avviò, perché sennò si perdeva.

Anche la maga MoonRiver li seguì: il suo volto era un po' preoccupato dalle parole che riecheggiavano nella sua testa, rammentate da Faith. In fondo, non abbiamo altra scelta che fidarci… pensò.
Arlene, in silenzio, seguiva anche lei il gruppo. La gamba le faceva un po' male e, mentre camminava, ogni tanto poggiava una foglia medicamentosa sulle ferite.

La compagnia cominciò a procedere molto lentamente... più andavano avanti più le stanze del castello sembravano meno illuminate... più andavano avanti più si potevano vedere le crepe sul muro... era evidente che si stavano avvicinando al custode del potere della terra...

All'esterno del castello un uomo dai lunghi capelli biondi e dagli occhi color del mare si stava avvicinando alla foresta... il corpo dell'uomo si liquefece all'istante... e cominciò ad attraversare la foresta... passando sotto terra....
Alex si stupefece... ma non gli sembrava tanto strano... "PERCHE'?"
Il rumore e la luce crescevano, e alla fine si sentirono distintamente delle risa, ma non l'argentina risata di chi è contento, piuttosto le risate che si sentono nei manicomi, ma li il loro suono era amplificato, ed erano migliaia di voci che ridevano all'unisono, e a tutti il cuore divenne di ghiaccio, e brividi percorsero la loro schiena
Ma qualcosa accadde. Il quel preciso istante il pavimento cominciò a tremare... rumori di pesanti passi provenivano dalla camera adiacente... poi più nulla.
Dalla porta di quella stanza uscì un uomo molto alto, un gigante dai capelli rossi e gli occhi color nocciola. "Dannati spettri!" disse. Poi accorgendosi finalmente del gruppo disse: "Ehi! Anche voi qui per esercitare la magia? Io sono Half, possessore del potere della terra! Piacere di conoscervi amici!" Il gigante si avvicinò al gruppo e abbracciò in un'unica morsa Galad, Actarus e Alex, quasi soffocandoli...
Alex stava, istintivamente, scagliando un incantesimo, ma si trattenne. Half gli sembrava affidabile... ma sentiva qualcosa muoversi nell'ombra, e sciogliendosi dalla morsa del gigante disse "Half... non abbassare la guardia... MAI!" e disse al buio "SORRIDI!!!" e mentre caricava uno dei suoi incantesimi da livello Master uscirono un po' di zombie, che finirono di nuovo nell'ombra. Alex poi estrasse la spada di Jentaku e la trasformò, rendendola nuova di zecca.

Le risate non accennavano a scemare, e tutti si sentivano un po' tesi, ed accerchiati......
"Questo posto è pieno di malvagità, la posso percepire nell'aria, e la tensione sale ad ogni minuto, state pronti, qualcosa sta per succedere!" disse Galad, mettendosi in guardia con la spada
Un mucchio di creature simili a lupi attaccò il gruppo. Erano creature di ossa e di ombra.
Alex li fermò a mezz'aria, facendo da scudo, ma i lupi si ritraerono soltanto, senza subire un graffio. La spada non serviva contro quegli esseri... all'improvviso Reaper sembrò avere un'intuizione e andò a buttarsi nella mischia con fare suicida...! come si può ben immaginare un solo lupo non bastava, e Reaper fu ferito gravemente. Quando il gruppo si voltò non vide più nulla di canino in Reaper... ma un giovane dai capelli biondo platino che tirava fuori una spada molto simile a quella di Alex. "scusa, principe, per non avertelo detto..."disse solo. Alex urlava di gioia, perchè un amico che credeva perduto si era rivelato nel momento del bisogno. "Zaied! ma allora non comandi l'acqua!" gridò, e il giovane rispose "come tu ben sai la magia dello spirito non si addice ai lupi... il tuo clan te lo aveva detto... per questo la magia si è divisa, ed una parte è venuta da te, e mentre io ignaro di tutto ti guardavo esercitare il tuo potere, essendo la persona che ti stava più vicino, una parte della magia è venuta a me! Tu sei il custode della magia dell'anima bianca... mentre io sono il custode della magia dell'anima oscura!" Zaied tirò fuori la spada e disse "questa è la spada oscura di Jentaku... la doppia oscura della tua!" con un solo colpo la lama ebbe la stessa identica trasformazione di quella di Alex, e con un solo fendente rispedì i demoni da dove erano venuti. Ma ce ne erano molti altri in giro... ed il gruppo iniziò a combattere...
"Spalla contro spalla! Non lasciamoci dividere!" ordnò Galad urlando e mulinando la sua spada, e i due risplendevano in modo quasi accecante in quella oscurità
"Non è necessario!" disse Half dando poi un pugno in terra. Il pavimento si spaccò. Tutte quelle creature immonde caddero nella stanza sottostante. La battaglia era finita ma per Half, Actarus, Celine, Arlene, Sophia, Rastlin e Darksmoke era impossibile procedere oltre. Galad, Alex, Moonriver, Edgar e Faith invece si trovavano dall'altra parte del baratro.

"Voi andate avanti! Noi cercheremo un'altra via per raggiungervi!" suggerì Actarus.
"Hai ragione, Act, non abbiamo altra scelta che dividerci!" rispose Celine. Actarus la guardò in modo strano.
"Che ti succede?" chiese la ragazza.
"Nulla..." rispose il ragazzo.
Galad sovrastò con la voce le risate che non accennavano a smettere: "OK, andiamo avanti e occhio alle spalle! Qualcosa ormai ci circonda e ci scruta malevola in attesa di eliminarci!"

Avanzarono di qualche metro, fino a una grande porta intarsiata e socchiusa, dalla quale usciva una flebile luce.
Infine Galad spalancò deciso ,e ciò che vide o sconvolse.
Un uomo era seduto tranquillo in una poltrona vicino a un caminetto acceso.
Una calda voce inondò la stanza: "Vi aspettavo, venite qui affinché possa vedervi meglio"
"Tutti fermi" disse Galad
"Ma perché, voglio solo consigliarvi" disse l'uomo, alzandosi e avvicinandosi lentamente, era coperto da una tunica, nera come una notte senza stelle ne luna.
Lentamente tese una mano e provò a toccare Galad, ma lui la mozzo di netto all'altezza del gomito, e varie ossa caddero a terra.
"Non ci avrai" disse calmo Galad
"Sciocco elfo, questo è il mio regno, trasportai tutte le anime lontano da qui molto tempo fa, sono io, il Triste Mietitore" disse estraendo una falce
"Tu non sei la Morte" replicò placido Galad: "o ci avresti già portato via, sei solo il risultato di una magia che ha tentato di ricreare una creatura potentissima.
Ne hai i poteri certo, ma sei molto più debole, mi basterà solo scacciarti con una formula e voialtri pronti a coprirmi e non fatevi toccare da lui!"
Detto questo iniziò una lenta litania, ma la finta Morte non attese, e balzò all'attacco........
Actarus intanto procedeva con passo veloce. Era evidente che qualcosa poco fa l'aveva turbato particolarmente. Ma cosa era ancora un mistero per gli altri.
Mentre tornava indietro il gruppo si accorse di un corridoio che dava sull'ala sinistra del castello.
"Strano! Prima non lo avevo notato!" disse Celine.
"Neanche io!" rispose Actarus.
Il gruppo si avviò lentamente lungo quel corridoio... silenzio, solo silenzio e il rumore dei propri passi...
Il corridoio sembrava non finire mai... poi d'un tratto finì. Un muro era lì davanti a loro.... un semplice muro che ad un tratto cominciò a modificarsi... la forma gigantesca di un teschio si stava generando di fronte agli occhi allibbiti dei membri del gruppo. Un vento gelido percorse la stanza... Poi il teschio aprì lentamente la bocca... Sophia, Darthsmoke e Rastlin furono risucchiati all'interno. Poi la bocca si richiuse e tutto tornò come prima. Ma dei tre scomparsi non vi era traccia.

"AAAAHHHHHHHHHH" gridò Half mentre si lanciava contro il muro. E riuscì ad abbatterlo mostrando che il corridoio proseguiva anche al di là di questo.
"Saranno finiti lì?" chiese Celine.
"Non credo..." rispose Actarus "Ma forse ci conviene proseguire..." detto questo procedette...

Alex disse a Zaied "e Reaper? che fine ha fatto?" Zaied spiegò "Reaper è stato ucciso appena te ne sei andato dalla scuola... ma mentre esalava l'ultimo respiro io accolsi la sua anima in me... ora gli cerco un corpo!"

Half, Celine e Arlene procedettero... continuava a sentirsi solo il rumore dei loro passi... poi ad un tratto le pareti delle stanze cominciarono a cambiare colore... d'un tratto divennero rosse e cominciò a grondare sangue...
Galad continuava la sua lenta nenia, mentre i suoi compagni cercavano di difenderlo come meglio potevano, ma la falce cadeva sempre più vicino.
E fu mentre sfiorava l'orecchio all'elfo che questi eruppe in un canto con la sua limpida voce, e a tutti sembrò che la stanza fosse illuminata come se fosse stata una semplice foresta in un giorno di primavera, e sentirono la vita pulsare in loro, e rinascere speranze ormai obliate, e quando il tutto raggiunse il suo culmine poterono percepire ogni forma di vita presente nel vasto mondo, e fu come se fossero un tutt'uno, uniti dalla magia della vita. E fu in quel momento che la Finta Morte si arrese, semplicemente svanì non poteva resistere al suono di miliardi di cuori che battevano insieme.
Tutti si sentivano rincuorati e felici, come può esserlo un bambino appena nato in un giorno di primavera.
Ma fu allora che videro Galad cadere all'indietro nel camino ormai spento, come morto, e corsero per vedere come stava.
IL tutto fu questione di un attimo, ed Edgar, che era arrivato per primo, semplicemente sparì nel camino con Galad, in quel camino che ora mostrava solo un duro muro di pietra

"OH NOOO!!! GALAAAAAAAD!!! "urlò Alex, mentre si gettava a corpo morto sul camino... ma Zaied lo trattenne: "ti romperesti solo il naso... E' Galad che vogliono!" "allora ritroviamolo!" disse Alex incamminandosi verso l'uscita della stanza.
Il corridoio in cui Celine, Arlene, Half e Actarus si trovavano si stava riempendo di sangue...
Half tirò un forte pugno al muro rompendolo... il sangue cominciò a defluire...

Alex camminava nel corridoio buio con un solo pensiero fisso... Galad... io ti ritroverò!
Galad e Edgar caddero per molto tempo, ma alla fine toccarono il duro terreno, che strappò ad Edgar varie imprecazioni: "Oggi non è la mia giornata!" disse, poi vide Galad, il viso bianco, e freddo come la pietra che era sotto di lui, e la paura lo assalì.
Ma avvicinandosi senti ancora il suo cuore battere debolmente.
"Resisti Galad, non può finire così, resisti!" urlava mentre le sue mani correvano verso il cuore, che trovarono freddo. Fu allora che dalle mani di Edgar si sprigionò un calore, che da solo avrebbe fatto crescere una foresta per molti anni, e le gote di Galad tornarono rosse, violentemente il cuore tornò a battere, poi aprì gli occhi e sorrise: "Grazie, mi sono quasi ucciso", poi si addormentò subito, come chi è molto stanco.
"Beh suppongo tocchi a me montare di guardia "disse sarcastico Edgar
"Ragazzi!!!" disse Alex "Galad è vivo... lo sento!" e corse via nell'ombra.
Alex correva senza sosta, con Zaied alle costole come un cagnolino. ad un certo punto vide una scala, ma anziché scenderla come una persona normale si buttò di sotto. la scala si sgretolò subito al suo passare per via aerea, e Zaied disse "Lo sapevo... da piccolo ti esercitavi a riconoscere tra tante scale quella pericolante!" poi prese in braccio senza tante storie Moonriver e si buttò anche lui. Faith li seguì a ruota. Una volta arrivato giù Alex sfoderò la spada e si risanò le poche ossa rotte, ripetendo il gesto con Zaied.
Galad si svegliò, e gli parve di aver dormito per giorni, girandosi vide Edgar:
"Ben svegliato! certo che ne avevi di bisogno di riposo!" disse illuminandosi dietro le occhiaie marcate.
"E tu devi essere stato sveglio tutto il tempo, quindi ora dovrò ricambiarti il favore, bevi questo ti tratterà fino alla prossima sosta, è meglio non fermarsi ancora a lungo qui". Detto questo porse a Edgar una fiaschetta, e appena lui la bevve sentì rinascere la speranza e le forze.



Il sangue che defluiva dalle pareti colse in grande intensità le tre persone. Arlene cercava di resistere a quell'impeto e si avvicinava alla parete che era stata crepata.
"Perché quel sangue proviene da lì? Cosa c'è che provoca tutto questo?" Arlene domandava tutto ciò ma, di fatti, le sue orecchie non potevano udire nessuna risposta, anche se gli altri l'avessero pronunciata. La donna continuò ad avanzare attratta da quel che era per lei qualcosa di inspiegabile, che questa volta non riusciva a prevedere. La sua mente era solo colta dalla sofferenza: questa era l'unica cosa che poteva prevedere. Ma ciò non la poteva fermare. Doveva andare avanti. Nonostante quel rosso fluido, Arlene toccò la parete come per esaminarla e poi vide che il muro che era stato rotto dal suo compagno di avventura era più spesso di un muro normale. Dietro quel muro si nascondeva una specie di intercapedine che era come un fiume in piena. Arlene andò avanti attraversando quel muro, poi si volse con sguardo vacuo verso gli altri due.
Nel frattempo, MoonRiver scese. Si guardò attorno dopo aver visto, in braccio a Zaied, quelle scale che si sgretolavano. La maga si guardò attorno. Si trovavano in una stanza molto buia, in cui si riusciva a vedere a malapena il pavimento scivoloso. L'ambiente era molto umido e l'aria si faceva pungente. Poi si sentì uno strano verso, che non pareva appartenere né alla razza umana né ad una normale razza animale. Si sentì un poderoso e veloce batter d'ali.
"Cos'è stato?" esclamò MoonRiver guardando verso gli altri. Prima che gli altri potessero risponderle, il poderoso batter d'ali si verificò nuovamente e, con esso, le pareti furono urtate da un suono stridulo di unghie. Di colpo, si sentì proprio davanti al gruppo, poco distante e nascosto nella penombra, un verso lacerante, ed un suono di catene in tensione. Poi si udirono le catene spezzarsi e si riuscivano a notare solo degli occhi rossi come fiamme guardare nella loro direzione. Poi un nuovo battito d'ali del Gargoyle.

Ad un tratto Edgar sentì dell'umidità sotto il sedere. "M- ma c- che?!?..." guardò Galad arrossendo preoccupato. Poi guardando a terra tirò un sospiro di sollievo: era acqua.
Edgar si concentrò e il suo corpo cominciò ad emettere calore finché i suoi vestiti e il pavimento attorno a lui non furono completamente asciutti.
"Ecco fatto!" disse soddisfatto. In quel momento un grosso getto d'acqua lo bagnò dalla testa ai piedi. "Come non detto..." Edgar si passò una mano sugli occhi per asciugare almeno quelli. Poi udì delle risate. Si voltò.

"Ah- ah! Dovresti vedere quanto sei buffo ora!" disse una voce maschile continuando a ridere. L'uomo era nella penombra.
"FATTI AVANTI SE HAI CORAGGIO!"
La figura maschile si avvicinò mostrandosi. Era un ragazzo dal viso angelico e i lineamenti delicati. Aveva dei lunghi capelli biondi e occhi chiari. Doveva avere circa 25 anni.
Parlò con tono serio: "Sono Elin! E sono il custode della magia dell'acqua. Una veggente nel mio villaggio mi ha detto che sarei dovuto venire qui per aiutare alcune persona che avrei trovato qui ad aprire la porta dietro la quale è custodita la pergamena di Edenshadow..."

Actarus procedeva con lo sguardo rivolto verso il basso.
Half neppure parlava.
Celine guardava Actarus...

La situazione era tesa. Ad un tratto un nuovo muro si parò di fronte al gruppo.

Half lo ruppe.

Dei corpi morti caddero da esso...
Intanto il combattimento contro il Gargoyle stava per avere inizio.
Faith, grazie al potere del vento, sollevò il piccolo gruppo in modo da porlo sullo stesso livello della bestia. Poi lancò una raffica di vento contro di lui.
Intanto Darksmoke, Sophia e Rastlin si stavano svegliando. Erano finiti in una stanza quasi completamente buia la cui unica luce era quella di 5 candele rosse...
Un uomo dalle sopracciglia nere e appuntite si avvicinò a loro.
"Eccovi qui: un mago nero, un negromante e una vampira..."

"Che volete?" chiese Darksmoke.

"Tutti rappresentanti della magia delle tenebre... ordunque sono qui per farvi una proposta..." disse l'uomo.

"Che proposta?" chiese Rastlin.

"Una volta recuperata la pergamena e distrutto il medaglione portatela qui da me! Creerò un nuovo amuleto in grado di distruggere la magia bianca!"

Darksmoke guardò l'uomo, con un sorriso sarcastico: "Naturalmente, e magari dopo quando ti andrà distruggerai anche noi quando ti farà comodo, no grazie, preferisco convivere con i miei contraltari"

"E' una tua scelta!" disse l'uomo. Poi rivolgendosi a Sophia e a Rastlin gli chiese: "E voi che intenzione avete?"

"Se è così, il tuo aiuto è gradito e accettato, ma ora dobbiamo proseguire, come dire abbiamo l'acqua alla gola" disse Galad concludendo con un sorriso

"E' meglio sbrigarci allora! Da questa parte c'è un'uscita!"

"Sgrunt!" disse Edgar un po' alterato per l'innaffiata. "Andiamo!"

"E su! Non mi dire che ce l'hai con me per quella lavata di capo! Non sarà la prima che ricevi!" disse il ragazzo ridendo.

"No! Ma se continui così ti renderò il sederino rosso senza neanche troppo sforzo!" rispose Edgar avvicinando una mano fiammeggiante al di dietro del ragazzo.

"Che testa calda!" disse Elin scuotendo il capo in segno di disapprovazione.

"Gyyyyaaaaaahhh" urlava Alex ai quattro venti mentre prendeva a botte il gargoyle che non riusciva a sconfiggere.

In quella stessa stanza ben presto sopraggiunsero anche Galad, Elin ed Edgar.

Elin lanciò un getto d'aqua contro il mostro e Edgar una fiammata. Ma i loro colpi si incrociarono e portarono solo del fumo.

"Vuoi far fare a me?!?!?!?!?" disse Edgar.

"Anche io voglio combattere! rispose Elin"


Intanto il Gargoyle sbatteva con violenza Alex contro il muro e si lanciava contro Moonriver per fare lo stesso.
MoonRiver, si accorse della manovra del Gargoyle ma non poteva pensare troppo a lungo: o avrebbe schivato o avrebbe attaccato. La maga cercò di scansarsi ma era già troppo tardi, per cui tentò di distrarre il Gargoyle. Di colpo, la fisionomia della maga si trasformò e si divise in due distinte figure: lo sdoppiamento dell'immagine della maga riuscì solo a distrarre per un attimo il Gargoyle che, in un primo momento, era confuso. Tuttavia, essendosi già lanciato in precedenza contro la sua avversaria, la creatura riuscì a ferire MoonRiver sulla schiena, poiché questa cercava di sfuggirgli. Il tentativo le fu vano. Il Gargoyle si rialzò da terra spiccando in un nuovo poderoso volo, in direzione di Alex. MoonRiver tirò fuori il falcetto, cercando di frapporsi per dare occasione ad Alex di rialzarsi. Con il falcetto, la maga riuscì a ferire la creatura ad un'ala, mentre quest'ultima, con gli artigli, prese la maga alla vita, alzandosi in volo nella stanza, prima di farla ricadere a terra. Nuove ferite furono inflitte a MoonRiver in quest'attacco. La maga aveva anche il dono di rigenerare le ferite ma, in quel momento, era troppo presa per poter utilizzare questo suo potere in tutta tranquillità.

Fu in quel momento che Arlene sentì il suo potere svilupparsi... poteva vedere in anticipo le mosse che avrebbe fatto il Gargoyles.
Actarus lanciava frecce contro la creatura. Ma questa era troppo veloce per essere colpita. Ad un tratto il gargoyle scomparve.
"ACTARUS!!!!! ALLA TUA DESTRA!!!" gridò Arlene. Poco dopo il gargoyle era proprio in quel punto ma Faith aveva già scatenato una folata vento in grado di respingerla mentre Elin gli lanciava contro un getto d'acqua.
Il Gargoyle sbattè contro una parete, e cadde momentaneamente. Come un'ombra arrivò Galad, colpendolo in più punti che sembravano vitali per l'essere, ma che alla fine riuscì a rialzarsi in volo, scaraventando Galad dall'altro lato della stanza, e caricando subito dopo con l'impeto dell'animale ferito.
Faith lanciò una folata di vento spostando Galad appena in tempo.
Elin lanciò scaglie di ghiaccio contro il mostro.

Nel frattempo facevano il loro ingresso nella sala anche Sophia, Rastlin e Darksmoke.

Il Gargoyle, allora, si fiondò in una volata verso questi ultimi, in particolar modo Darksmoke. Nel frattempo, la creatura colpì su una spalla MoonRiver che, Arlene non riuscì ad avvertire in tempo. L'aria si faceva fredda e pungente, all'interno della stanza e ad Arlene mancò la voce per qualche secondo. Il mostro ne approfittò per sferrare un colpo di zampa contro Darksmoke, tirando fuori i suoi artigli aguzzi.

Ma qualcosa bloccò il colpo a mezz'aria, come una barriera, lasciando a Darksmoke il tempo di spostarsi rapidamente mentre sorrideva al Gargoyle che ardeva di furore.
"Patetico ,mandarmi contro una creatura dell'oscurità......."
"Eccoti accontentato!" disse la voce di una creatura non visibile. Il Gargoyle si disintegrò all'istante. La creatura che lo aveva distrutto si materializzò: era un essere umano.... un istante dopo altri uomini e donne si materializzarono in quella stanza...

"Gli spiriti dei maghi e delle streghe uccisi dall'inquisizione! - disse Faith - Le torture e le esecuzioni avvennero proprio in questa stanza.... prepariamoci a dar battaglia!"

 
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Aethra
view post Posted on 2/9/2005, 20:34




Capitolo 5: "La pergamena di Edenshadow"


Due file di maghi e di streghe circondavano il gruppo.

Uno stregone lanciò delle frecce di fuoco contro Faith, la ragazza deviò il colpo con una raffica di vento e le spedì contro una strega.

Una strega lanciò un anello di fuoco contro Half. Elin lo spense.
"Ti devo un favore amico!" disse il gigante.
"Niente!" rispose il ragazzo.

Celine lanciava pozioni contro le creature. Actarus agitava la spada ma i suoi colpi sembravano non sortire alcun effetto.
La furia di Galad parve rimontare, e una grande aura bianca parve circondare la sala, mentre l'elfo pareva scintillare di un antica gloria.
Alle sue spalle Darksmoke si trasformava in una gigantesca ombra, solo i suoi occhi si vedevano scintillare, mentre tutto si oscurava attorno a lui.
Erano la Luce e l'Oscurità insieme.
Era bellissimo.
E terribile.
Una strega si sollevò da terra. Si formarono delle crepe dal pavimento. Cristalli di ghiaccio cominciarono a fuoriuscire da quelle crepe.

Arlene cominciò a lanciare pozioni contro questa strega. Le pozioni arrivavano ad alta temperature, tanto da sciogliere il ghiaccio circostante, oltre che a danneggiare leggermente anche la strega. MoonRiver usò un ologramma di sé per distrarre la strega. Nel frattempo, con agilità, la maga riuscì ad arrivare dietro alla strega e a ferirla con il suo falcetto al petto. La strega non fece né tanto né quanto: assestò una gomitata alla schiena di MoonRiver, che cominciò a cadere. Nel frattempo, l'avversaria creò nuove stalagmiti in direzione della giugulare della maga. MoonRiver fu ferita solo ad un braccio, essendo riuscita a spostarsi leggermente, in caduta, evitando così morte certa

"DANNATA!" Edgar lanciò un vortice di fuoco contro la strega.

Nel frattempo Actarus non riusciva più come difendersi non avendo alcun potere.

"Ti aiuterò io!" disse all'improvviso Celine con una voce che non sembrava più la sua...
"FINN!" gridò il guerriero.
"Sì... mi ero impossessata del corpo di questa ragazza per starti vicino ed aiutarti... ma ora l'unico modo in cui posso agire è..." Finn lasciò il corpo di Celine ed entrò in quello di Actarus. Di lì iniziò a praticare la magia delle fate per rispondere al potere dei maghi.

Celine cadde a terra svenuta.

Elin si pose accanto alla giovane iniziando a difenderla coi suoi getti d'acqua.

MoonRiver si rialzò, reggendosi il braccio, poi scomparve e ricomparve accanto a Finn e a Celine. Cominciò ad effettuare una magia, che confondeva per qualche secondo la strega.
"Sono giochetti che nemmeno una principiante strega usa! Hahaha!" urlò la strega alla maga indebolita.
Arlene lanciò contro quella strega una pozione urticante.

La strega ricadde all'indietro urlante. Intanto un mago faceva esplodere una sfera di fuoco.
Galad e Darksmoke rimanevano il caposaldo della difesa, nessuno dei maghi era riuscito a infrangere il loro scudo, ma ormai potevano stare solo sulla difensiva, perché i maghi stavano concentrando i loro migliori attacchi su di loro, e presto anche loro sarebbero dovuti cadere.
Era ora di agire.
"Cercate di riunirvi attorno a noi, ditemi quando ci siete!" urlò severo Galad
Elin sollevando Celine si avvicinò a Galad. Edgar, Faith e Half fecero lo stesso. Poco dopo anche Finn, ancora dentro al corpo di Actarus si avvicinò. Sophia e Rastlin si accostarono a Darthsmoke mentre Arlene, Moonriver e Alex si avvicinarono a Galad.
Il movimento di MoonRiver per raggiungere gli altri fece smuovere leggermente la sue vesti che celavano un amuleto. Era un oggetto prezioso non solo alla vista ma anche per la sua importanza. La maga si accorse che l'amuleto non era molto al sicuro in quel momento, così come tutta la magia che in esso era custodita. Nei pensieri della maga riecheggiò la profezia che le era stata detta al lago, fuori dal castello. E sia… pensò.
Arlene, che si accorse dell'oggetto e della sua reazione, si pose davanti a lei come a farle da scudo.

L'aria vibrava, mentre Moonriver arrivava vicino a Galad, si sentiva una grande energia scorrere. All'improvviso l'elfo parve diventare ancora più brillante, e Darksmoke ancora più scuro. Poi urlarono, all'unisono, in modo assordante, urlarono parole arcane, che da tempo non venivano udite nel vasto mondo, e si sollevò un grandissimo vento, a cui gli spettri parvero resistere.
Ma non era finita. All'improvviso un anello di luce ed ombra si allargò con fragore, spazzando i maghi come giovani canne durante una piena, ed andando a infrangersi contro le pareti, in cui scavò un considerevole solco.
Mentre Galad e Darksmoke si accasciavano a terra esausti, anche gli altri percepirono la fatica, come dopo una lunga corsa.
"E' finita!" disse Celine rialzandosi. Avanti a loro si era aperto un varco.. in fondo al varco c'era una porta...

"Uniamo le nostre mani! - disse Faith - Uniamo le nostre magie affinché la porta che custodisce la pergamena si apra!"

Anche MoonRiver ed Arlene erano spossate. MoonRiver, a questo punto, prese la mano di Faith, come ordinato. Lo stesso fece Arlene. Le due sentirono una forte energia magica scorrere nelle loro vene. In silenzio le due pensavano che Faith doveva avere ragione, che la magia che sarebbe stata scaturita sarebbe stata molto più potente delle loro singole magie. MoonRiver fissava con sguardo interrogativo verso la porta, mentre Arlene sentiva una forte sensazione: stava per percepire quel che sarebbe accaduto. Qualcosa di estremamente importante era legato a quella porta.
"Dietro quella porta si nasconde un mistero… Non riesco a capire se riusciremo a risolvere questo mistero direttamente oltrepassandola ma questa ci condurrà lo stesso a qualcosa che risulterà di vitale importanza per noi e per la nostra missione." disse improvvisamente Arlene.
"Dobbiamo accedere lì?!?" chiese MoonRiver con una domanda retorica. Dalla porta usciva del fumo rossastro che rendeva l'ambiente che li circondava ancora più tetro.

Il gruppo procedette lentamente... il fumo rossastro circondava un altare al centro del quale c'era una pergamena, circondata da una colonna di tenebre...

"La pergamena di Edenshadow! - disse Faith - continuiamo a tenere unite le nostre mani e formiamo un cerchio attorno all'altare... le tenebre spariranno e potremo prendere la pergamena!"
"Ti prego, non ancora, non potrei resistere" disse Galad in ginocchio per terra: "ho dato molto del mio potere, devo riposare"
MoonRiver guardò verso Galad e gli si rivolse con queste parole:
"Abbiamo bisogno anche del tuo aiuto. Non possiamo resistere in questi casi, da soli...". I suoi occhi erano vitrei, acquosi l tempo stesso ma persi nel vuoto.
"Galad, è importante che tu ci raggiunga, serve il potere di tutti noi... Ha ragione MoonRiver, non possiamo farcela se non siamo tutti uniti. Io l'ho visto: non possiamo. Servono le nostre magie, unite insieme. Cerca di fare uno sforzo..." riprese Arlene.
MoonRiver staccò momentaneamente la mano del cerchio che stavano formando. Si chinò leggermente e prese la mano di Galad.
A questo punto gli parlò nuovamente, cercando di issarlo con cautela:
"La luce è importante.... La magia è anche luce, Galad...".
Arlene tese, anche lei, la sua mano verso Galad per ricongiungere quel cerchio di mani che si era interrotto, momentaneamente, poco prima, con MoonRiver.



Galad, ansimando, li raggiunse.
Darksmoke, dal canto suo, si era alzato silenzioso e si era trascinato fino a loro; aveva gli occhi scavati, come di chi non ha dormito per giorni....
Il gruppo congiungendo le mani si dispose in cerchio attorno all'altare. I loro poteri, le loro menti furono unite in un tutt'uno... un immenso potere scaturì da quel cerchio... le fiamme che circondavano la pergamena si dissolsero...

Tutti i membri del gruppo caddero a terra indeboliti dalla potenza dell'incantesimo...
Lo spirito di Finn abbandonò il corpo di Actarus: "Addio, amore mio... ricordati quanto ti ho amato..."
Actarus osservò lo spirito dell'amata volare via e pianse come non aveva mai pianto prima... ma non era il momento di piangere. Il guerriero vide Faith impadronirsi della pergamena servendosi di una folata di vento. Con il prezioso testo nelle sue mani la donna fuggì via. Actarus si lanciò immediatamente all'inseguimento.
Tutti gli altri si stesero a terra, non potevano più muoversi, almeno per un po', avevano fatto due incantesimi che avrebbero ucciso delle persone meno potenti, ed ora dovevano riposare....
"Aiutatemi! O tutti i nostri sforzi saranno inutili!" gridò Actarus.

MoonRiver seguì la voce di Actarus: la sentiva come se fosse lontana anni luce da lei. Si faceva sempre più fioca. La maga riuscì a sollevare un attimo la testa, lanciando un fugace sguardo su Actarus. Poi, le forze la abbandonarono di nuovo e si lasciò cadere a terra nuovamente. Arlene sentì anche lei la voce dell'uomo. L'aveva sentita nitidamente e continuava ad essere cosciente ma le forze erano uscite fuori dal suo corpo. Ogni energia che aveva in corpo era stata riposta nell'incantesimo. Non poteva alzarsi anche la sua grande forza di volontà glielo stava imponendo. Sentiva la sua volontà divisa dalla realtà. In mente sua, stava già aiutando Actarus a raggiungere quella ragazza ma, di fatto, non riusciva a smuoversi da terra.
"Dove sei?" Arlene riuscì a gridare queste parole con un tono paradossalmente flebile.




Perdonatemi! Lo faccio per mia figlia! pensava in cuor suo piangendo Faith. Poi ad un tratto Half sferrò un potente pugno sul pavimento. La terra cominciò a tremare. Parte del soffitto crollò bloccando il passaggio a Faith.

"Restituisci la pergamena... ORA!" gridò Actarus minacciando la donna con la spada.
"Se lo faccio... il capo degli inquisitori torturerà mia figlia!!!"
"Lo farà comunque... è un uomo spietato e appena avrà messo le mani sulla pergamena ucciderà sia te che lei!"
"NOOOO!!!!!" gridò la donna e scoppiò in un pianto disperato.

MoonRiver riuscì ad alzarsi, stavolta, e si trascinò verso gli altri. A fatica, cercò di prendere la pergamena. Arlene era ancora era a terra esausta. Quest'ultima riuscì solo a stare seduta ansimando per la fatica.
Faith se la lasciò prendere. Si rendeva conto che quanto aveva detto Actarus era vero... ormai per sua figlia non c'erano più speranze.

"Ora riposiamo, e dopo usciamo, verso un posto sicuro qui vicino, dove devo incontrare chi forse ci potrà aiutare, la vittoria è ancora appesa ad un sottile filo" disse Galad
"Si riposiamo..." rispose Celine.


L'alba presto giunse. Era ormai tempo che la magia vincesse sul male...
"è ora di andare, la via non è lunga, ma qualcosa mi pesa sull'anima, sento che un ritardo sarebbe fatale" disse Galad mentre apriva una porta, che di notte era quasi impossibile vedere, ma da cui ora un fascio di luce fendeva la stanza: "Seguitemi, presto!"
"D'accordo! Andiamo!" disse Actarus.
Il biondo sole indorava i campi mentre il gruppo usciva da una porta secondaria sul retro del castello, impossibile da aprire dall'esterno.
Li Galad si fermò, inspirando a pieni polmoni l'aria del mattino.
Quindi si avviò veloce verso un sentiero tortuoso, che conduceva al villaggio più vicino.
Vi giunsero senza problemi.
Il villaggio non era grande, appena una decina di case e una taverna, che Galad infilò in fretta.
Dentro si vedeva appena, nella penombra, un oste malaticcio sonnecchiava sul bancone.
Galad gli si avvicinò, gli chiese qualcosa. L'oste si alzò e andò a bussare ad una delle porte che risiedevano nella parte più lontana dalla porta.
Gli altri lasciavano fare, incuriositi.
Dopo vari rumori sordi, un chiavistello girò, e ne uscì una testa di dimensioni umane con il capo coperto, che vedendo Galad trasalì e fece entrare tutti.
La stanza era piccola e male arredata ma, almeno, pulita. Si intuiva che non era merito dell'oste quanto dei suoi attuali occupanti.
Una finestra faceva entrare l'ormai forte luce mattutina.
Ma non fu questo che attirò l'attenzione del gruppo, furono i tre occupanti della stanza, che si inchinarono davanti a Galad, scoprendosi il capo e mostrando le loro orecchie puntute, dicendo con voce trasognata: "Mio signore....."
"Non pensavo che ci fossero altri elfi da queste parti!" commentò Elin.
"E' una cosa che neppure l'inquisizione sa, ragazzo!" rispose Half.
"Cosa di cui dobbiamo rallegrarci!" disse Edgar mentre si sedeva ad un tavolo.

Actarus era silenzioso. Celine gli si avvicinò: "Mi dispiace di... di non essere Finn... so che avresti voluto che lei rimanesse nel mio corpo..."
Il guerriero scosse il capo: "No... è vero che avrei voluto avere Finn con me... ma non sacrificando una persona meravigliosa come sei tu!" l'uomo accarezzò il volto della fanciulla e le fece un lieve cenno di sorriso che Celine contraccambiò.
"Alzatevi, miei fratelli" disse Galad:"è arrivata l'ora di riprendere ciò che ci fu tolto anni orsono, sono arrivati?"
Colui che aveva aperto la porta rispose: "Tutti radunati appena fuori i confini, siamo un forte esercito, ogni regno amico ha contribuito, la vittoria non può che essere sicura....."
Galad disse rivolo ai suoi compagni: "Ora abbiamo le forze per rovesciare e distruggere quel essere che siede sul trono che dovrebbe essere mio, eppure ho paura degli orrori che può nascondere....ma non possiamo tardare.......
"Allora avanti! Che stiamo aspettando!?!" gridò Actarus.

"Io sono pronto!" disse Edgar facendo accendere una sfera infuocata sul palmo della sua mano.

"Pure io!" disse Half facendo scrocchiare le nocche.

"Sono con voi!" disse Faith con sguardo risoluto.

"Anche io sono ancora dei vostri!" disse Elin strizzando un occhio e ponendo le dita della mano a mo' di pistola. Dall'indice uscì un piccolo getto d'acqua che andò a spegnere la fiammella nella mano di Edgar.
"Ops!"

"Sgrunt!" rispose Edgar.

Celine scoppiò a ridere.
MoonRiver si stava concentrando, con la sua magia bianca, mentre Arlene era pronta a dire la formula di una delle sue magie, tenendosi stretta, con la mano destra, una delle pozioni esplosive che estrasse dalla sua sacca.
L'attenzione di quest'ultima fu attirata da Celine che rideva.

"Cosa c'è da ridere, adesso?!?" chiese la donna che rimase turbata da quella risata fragorosa della ragazza, che riscontrava alquanto insolita in quel frangente.
"Niente, niente!" si riprese Celine. "Andiamo?"
Arlene fece un cenno afermativo con il capo. Lo stesso fece anche MoonRiver, al sentire l'esortazione di Celine.

"Bene, di corsa ai confini, ora, l'esercito deve iniziare a marciare, ed io devo essere in testa!" li esortò Galad
Il gruppo partì immediatamente. Marciò per tutta la notte... all'alba era davanti alla sede dell'inquisizione .

MoonRiver si sentì raggelare il sangue nelle vene. Arlene lanciò uno sguardo in direzione di Faith, pensando: Non invidio affatto la sua posizione. Per lei non deve trattarsi solo di rischiare la propria vita ma anche di operare una scelta per la vita di sua figlia…

"Se tutto va bene non ci hanno ancora visti, siamo ben mimetizzati, ma il colpo che daremo dovrà essere ben forte ora......"

MoonRiver ascoltò quanto stavano dicendo, pensando agli ordini impartiti. La maga socchiuse gli occhi prima di guardare in viso quell'esercito: E' una razza tenace, quella loro. Di sicuro ci saranno di un valido aiuto nel nostro intento.
Arlene, dopo aver riflettuto sui sentimenti che in quel momento pensava che provasse Faith, si voltò anche lei verso l'esercito. Si avvicinò e parlò a quello che a lei pareva essere il comandante:
"Signore, ho visto quanto accadrà. Il vostro aiuto ci è di vitale importanza ma la missione sarebbe a rischio di fallimento se procedessimo la strada tutti uniti. Le forze dell'Inquisizione sono molto potenti e concentrarci tutti nello stesso luogo metterebbe a repentaglio la missione stessa. Non voglio interferire con le vostre strategie tattiche ma, se continuassimo tutti insieme, la missione avrà molte probabilità di fallire perché anche le forze dell'Inquisizione si concentrerebbero contro di noi. Ho visto tutto questo, così come noi cadere uno ad uno. Non si possiamo permettere il lusso di correre questo rischio: dividendoci adesso creeremo un diversivo per le forze dell'Inquisizione. Io verrò con voi e cercheremo di bloccare insieme la loro influenza sulla città cosicché gli altri abbiano maggiori possibilità di svolgere la missione con meno pericoli."

MoonRiver, che la osservava parlare, rammentava che Arlene aveva la dote della preveggenza.
Arlene, a questo punto, rimase in silenzio.

"Bene, ma questo dovresti dirlo a me, cara Arlene" rise Galad: "ormai ho assunto il controllo delle truppe. sì, sono d'accordo, ma chi manderemo nella tana del lupo per questa missione delicatissima? Verrei io, ma l'esercito ha bisogno di un capo, e voglio essere io a marciare in testa, nel giorno della verità....."
Arlene gli sorrise di rimando: la preveggenza non era abbastanza esatta per avvenimenti troppo recenti per accorgersene, quindi, si accorse della gaffe che aveva appena fatto con Galad e gli rispose:
"Certamente. La cosa più importante è non far focalizzare al nemico il punto in cui cercheremo di fare breccia, in senso lato. L'importante è che non si aspetti che cerchiamo di operare sotto i suoi occhi. Perciò parlavo di un diversivo. Ovviamente, l'esercito deve avere fiducia in te, quindi, sarebbe opportuno che proprio tu lo guidassi. In battaglia, vali decisamente molto di più di quanto possa valere io con le mie pozioni. Potrei esservi di intralcio"

Galad si voltò a guardarli, mentre l'esercito strisciava lentamente verso l'altro lato delle mura, anche i nani ausiliari facevano meno rumore del solito, tutti erano tesi.
Cavalcò verso di loro, per parlargli.
Una armatura finemente intagliata lo ricopriva, sembrava molto antica, e un elmo argenteo incorniciava il suo bel viso.
"Miei compagni, siamo gli uni la speranza dell'altro, voi non potete entrare senza di me e io non posso sperare nella vittoria senza che la missione per cui partimmo sia da voi conclusa.
Aspettate che i trambusti della battaglia inizino, quindi correte fino alle mura, senza fermarvi mai, e secondo le antiche carte a sud- est dovreste trovare una porta segreta.
Non vi sarà difficile aprirla, da li credo che tutto vi sia chiaro.
Probabilmente l'Inquisitore ci aspetta, ma non sa dove e quando colpiremo, la mia speranza risiede nel fatto che egli creda che lo stiamo sfidando solo con un attacco frontale, e sarà certo che a costo di una dura battaglia sarà facile sopprimerci.
Una nuova era di libertà sta per sorgere, ma la sua nascita è appesa al filo di un rasoio.
Addio amici, spero di rivedervi alla fine di tutto....."disse loro gravemente, quindi scese da cavallo, e li abbracciò tutti, prima di ripartire al galoppo verso le ombre del suo esercito che si stagliavano in lontananza.......
A MoonRiver scese una lacrima sul viso: gli addii non le erano mai piaciuti perché la commuovevano sempre, soprattutto se si tratta di compagni di viaggio con cui aver condiviso una missione così importante. Arlene le mise una mano sulla spalla:
"Non possiamo aspettare, la missione richiede il nostro intervento al più presto e non possiamo attardarci. Più resteremo qui e più le forze inquisitorie diventano potenti. Non possiamo permetterlo. Avanti!"
MoonRiver si asciugò la lacrima mentre Arlene pensava:
"Ci dobbiamo rivedere per forza: il fallimento di una persona porterebbe al fallimento degli altri. Ci rivedremo ed, allora, saremo in un mondo più sereno nella magia" disse a bassa voce Arlene, senza farsi sentire da MoonRiver che si stava avvicinando agli altri. Arlene, poi, si rivolse anche lei agli altri:
"Avanti, Galad ha ragione. Adesso tocca a noi cominciare a fare la nostra parte!"
"Coraggio andiamo!" disse Celine.

Un piccolo gruppo composto da Moonriver, Darksmoke, Edgar, Faith, Elin, Half, Celine, Arlene e Actarus si avviò per una via secondaria rispetto a quella presa dall'esercito.

Quando il gruppetto giunse a destinazione la battaglia dell'esercito di Galad era appena iniziata...

 
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Aethra
view post Posted on 2/9/2005, 20:35




Capitolo 6: "La pergamena di EdenShadow":


Il capo dell'inquisizione affacciato alla finestra osservava gli eventi che si svolgevano all'esterno. Sciocchi elfi! Non la spunterete contro l'amuleto delle ombre... la vostra magia non ha effetto qui e il vostro esercito non può competere con il mio esercito! pensava.

All'improvviso si buttò a terra, mentre la finestra andava in frantumi ed una freccia entrava nella stanza, conficcandosi in una trave.
Poco lontano, tra gli uomini che marciavano verso il palazzo, un elfo con una cicatrice che gli attraversava diagonalmente il volto severo incorniciato dai capelli neri, in cui spiccavano come piccoli smeraldi i verdissimi occhi, prese a maledirsi, perché aveva tirato troppo in alto.
Li vicino un nano dall'aria importante, che guidava un unità di nani armati di ascia e rivestiti di cotta, che aveva il compito di proteggere gli arcieri, si voltò e sbottò:
"Cos'hai Elfo?!"
"Ho appena mancato la soluzione di tutti i nostri problemi"
"Vuoi dire che.....?Il Nano si fermò, rimanendo a bocca aperta, costringendo il suo interlocutore a fermarsi anche lui: "Vuoi dire che vedevi da qualche parte quell'inquisitore? E gli hai sparato una freccia!?
Ma se io da qui non riesco a distinguere una colonna da un uomo!"
"Beh Nano sappi che noi elfi abbiamo una vista molto acuta e Thoronhend Uquenion ha la vista più acuta di tutta la sua compagnia"
"E chi sarebbe questo Thoronhend?"
Thoronhend rise: "Se non l'hai capito nano, non so come spiegartelo, ora sbrighiamoci, o arriveremo a battaglia finita" e ripartì di corsa, mentre un gruppo di lancieri umani dalle insegne rosse e nere li superava.
"No, aspetta, voglio saperlo....!!!!!"urlò il nano iniziando a correre anche lui, per tornare alla guida del suo gruppo

"La porta deve essere questa!" disse Actarus. "Purtroppo qui non potrete usare la magia. O l'inquisitore, grazie all'amuleto delle ombre potrebbe percepire la nostra presenza e in ogni caso verrebbe annullata"

MoonRiver e Arlene fecero un cenno affermativo.
"Hai ragione, sarebbe troppo rischioso" disse Arlene.
Intanto, MoonRiver prese il suo falcetto nella sacca.
"Che ci vuoi fare?" chiese Arlene.
"Vorrei scassinare la porta oppure socchiuderla in modo che sia più facile aprirla" disse MoonRiver cercando di far leva con la lama. La forza che ci mise fu troppa tanto che la lama del suo falcetto si spezzò. MoonRiver ne prese entrambi i pezzi, dispiaciuta per l'errore, prima di chinare la testa in segno di desolazione.
"Non c'è tempo per pensare agli sbagli, adesso, dobbiamo aprire questa porta ed entrare!" disse Arlene a MoonRiver posandole sulla spalla una mano e dandole qualche colpetto sulle spalle per infonderle più coraggio.
"Io sono una maga. La magia mi contraddistingue… Senza quella mi sento come un peso morto per voi…." Si giudicava.
"Ecco, è proprio questo quel che vogliono gli inquisitori, che ci sentiamo impotenti, senza magia davanti alla loro forza! Sta proprio in questo il rischio del fallimento. Dobbiamo ricordarci che tutti noi dobbiamo fidarci e contare l'uno sull'altro. Solo così avremmo una speranza!" disse Arlene a bassa voce ma con enfasi.
"Scusate, posso?" disse Half. Il gigante fece spostare dolcemente le due donne e con ambo le mani scosse la porta per poi sollevarla e collocarla da un lato. "Anche senza i miei poteri sono sempre stato molto forte!" disse l'uomo e si mise a ridere.
MoonRiver rimase sbalordita a bocca aperta. "Vedo…" disse lasciandosi sfuggire un commento. Poi sorrise.
Arlene non ci aveva fatto troppo caso:
"Bene, grazie Half!" disse con tono soddisfatto per l'intervento. Arlene fu la prima ad entrare in quel luogo. L'ambiente era buio, le pareti di roccia erano scure. Evidentemente lo erano sempre state ma il fumo delle candele di cera attaccate ad esse creavano un alone che incuteva anche timore. Nell'aria echeggiavano grida, che provenivano sia dall'alto sia al di sotto del pavimento. Il corpo di MoonRiver fu attraversato da un brivido gelido: l'ambiente, anche solo alla vista, la feriva nell'anima. La maga si rattristò. Toccò le pareti con un tocco leggero e sui polpastrelli poteva sentire il dolore in modo empatico.
"Quanta gente ha sofferto qui, troppa! Tanta gente che praticava magie, tanta gente che conosceva persone che praticavano magie…. Ed ora siamo qui, di nostra volontà. Spero con tutto il cuore che tutto questo finisca"
Arlene andò in direzione di MoonRiver. Si chinò accanto a lei accucciandosi per terra. Qui vide un lembo di un vestito.
"A chi apparterrà questa stoffa?!?" chiese mostrandola agli altri.
"Magari di qualche strega che prima di noi ha tentato l'impresa..." rispose Faith.
"Ma di certo non aveva la pergamena!" disse Celine.
"Coraggio ragazze! Siamo qui per vincere!" disse Elin. Il ragazzo mentre parlava incrociò lo sguardo di Arlene e arrossì.
Edgar se ne accorse e disse: "Guarda guarda il timidone... pare che abbia un debole per la nostra veggente, eh?!". Il mago scoppiò a ridere mentre Elin diventava ancora più rosso. Actarus invece si manteneva silenzioso.
Arlene si voltò verso Elin e, per sdrammatizzare lo stato di disagio di quel ragazzo, gli disse. "Elin, non farci caso, sai come è fatto Edgar! Non far caso a quel che dice". La veggente fece un sorriso al ragazzo prima di dirgli: "Suvvia, da qualche parte bisogna pure cercare, no?"
"Sento davvero molte urla qui dentro, soprattutto provenire dal pavimento" disse MoonRiver.
"Temo proprio che sia lì la sala delle torture" disse Arlene.
"Se fosse così, allora, perché anche dall'alto provengono le urla?" reiterò MoonRiver.
"Infatti, questo è molto strano. Perché devono torturare molte persone qui sotto e torturare qualcuno di sopra?" si chiese Arlene ad alta voce mentre, con lo sguardo, seguiva le locazioni di cui parlava.
"Se fosse così, deve trattarsi di qualche persona di speciale importanza, ai piani superiori, da non permettere di torturarla insieme a tutti gli altri…." disse MoonRiver cominciando a dirigersi verso le scale che portavano ai piani superiori.
Arlene la seguì e la prese per un braccio. "Aspetta! Qui non si tratta di un nemico qualunque, da poter affrontare da soli! Dobbiamo essere tutti quanti, uniti: è un lavoro di squadra la nostra missione, non una missione individuale!". Al sentirsi rimproverata, seppur a bassa voce, MoonRiver ritornò sui suoi passi.
"Dobbiamo sperare che Galad ed il suo esercito, in questo momento, stiano tenendo a bada gli inquisitori…." Disse MoonRiver. Arlene sentiva un cattivo presagio, ma non poteva permettere che MoonRiver si lasciasse andare allo sconforto. MoonRiver ora si sentiva vicina al Nulla più che mai.
"INSIEME ce la faremo" le sussurrò Arlene infine.
"Che direzione dovremmo seguire, secondo voi?" chiese Arlene a tutti.

"Destra, sempre dritto fino alla prima scala" sentenziò grave Darksmoke.
"La notte sta svanendo, ma questa oscurità mi porta ancora consiglio......"
"Presto!" disse Actarus e cominciò a correre seguito dai guardiani degli elementi e da Celine.
Arlene e MoonRiver seguirono l'istinto di Darksmoke. Ad un tratto MoonRiver si arrestò e smise di correre. Camminava più lentamente.
"Ed ora cosa c'è?!?" le chiese Arlene.
MoonRiver stava zitta: indicava qualcosa che era coperta dalla penombra.
La fisionomia era umana: era decisamente qualcuno accasciato a terra, proprio sul piano in cui si trovavano loro.
MoonRiver si chinò, protraendosi verso questa persona. Dal buio, la persona in questione prese un braccio, di colpo, alla maga. La maga riuscì a stento a non gridare per lo spavento. Era una persona malconcia, piena di ferite, lividi e sangue ancora vivo: era un uomo moribondo che voleva parlare loro.
MoonRiver si voltò verso gli altri, mossa da pietà e compassione per quest'uomo.





"Coff! Coff!" L'uomo tossì sangue poi parlò: "D- dovete p- proseguire sempre più in alto... coff! Il c- capo dell'inquisizione s- si trova lì! C- ci sono tre uomini c- con lui... u- uno è come lui!" disse indicando Half. "U- uno è piccolo ma molto veloce... l'altro ha una corporatura m- media... dovete far presto!"
Detto questo l'uomo spirò.

La battaglia infuriava, echi orribili giungevano a chi era in ascolto.
L'esercito di Galad aveva fatto breccia, ma ora gli uomini dell'inquisitore ingaggiavano una furiosa battaglia.
Ormai non si combatteva ordinatamente, ognuno manteneva la posizione in cui si era venuto a trovare nel trambusto dello scontro.
Galad tenne duro, ma presto fu tagliato fuori con pochi uomini dal resto del suo esercito.
Soverchiato il manipolo combatteva sulle grandi porte del palazzo dell'inquisitore.
"Strano, non credevo di dover morire in questo modo" pensò Galad vedendo turbinare le spade a pochi centimetri dal suo viso:" ma giuro che non me ne andrò da solo, pagheranno cara la mia fine".
Ma fu questione di un attimo, qualcuno spalancò le porte e i superstiti dello scontro subodorata la salvezza vi si precipitarono.
Tre caddero con la schiena piena di fecce prima di arrivare alle porte, altri cinque non poterono voltarsi per fuggire, erano accerchiati ormai.
Sconsolato Galad richiuse le porte e le sprangò.
Da fuori gli uomini dell'Inquisitore parvero trascurare quella fuga, confidando negli uomini rimasti all'interno. Galad si voltò a guardare i suoi ultimi seguaci che riprendevano fiato appoggiati alle porte.
Uno era un Elfo, con una cicatrice sul viso, l'altro un Nano dall'armatura elaborata, incrinata in più punti dalla violenza della battaglia.......

Il gruppetto giunse finalmente nelle stanze dell'inquisitore. Come aveva detto l'uomo c'erano 3 uomini a proteggerlo. Prima di usare la pergamena avrebbero dovuto sconfiggerli.

Fu Half ad affrontare l'uomo dalla corporatura più grossa. I due cominciarono a lottare, aggrappandosi andando a sbattere dappertutto e facendo cadere gran parte degli oggetti della stanza.

Actarus si mise a duellare col combattente di corporatura media.

Celine cominciò a lanciare pozioni contro l'omino.

L'uomo contro cui combatteva Half era armato di una mazza ferrata e, con questa, iniziò a rompere ogni cosa che gli capitasse a tiro con l'intento di colpire a morte Half. Quest'ultimo, riusciva a schivare molto bene i suoi colpi. Nel frattempo, Actarus era intento a colpire con la sua arma il suo avversario che, con la spada, gli provocò immediatamente uno sfregio sul viso. Grazie all'intervento di Darksmoke che, in questo preciso frangente avrebbe anche potuto usare, solo per un attimo la sua magia senza far correre troppi rischi a tutti quanti, le tenebre calarono all'interno della stanza facendo confondere le idee all'avversario di media statura. Actarus, allora, riuscì ad inferire il colpo mortale sul collo del suo nemico ben presto. In questo modo, andò ad aiutare Celine che, insieme a Arlene, era in difficoltà contro quell'omino, apparentemente poco forte ma molto agile sia fisicamente sia con i suoi pugnali. La pozione esplosiva di Celine riuscì a ferire sulla gamba il piccolo uomo, mentre quella urticante di Arlene mise fuori uso il suo braccio momentaneamente. Fu quando questo prese Celine, come ostaggio, al cui collo veniva puntato un pugnale dalla lama ben affilata che Arlene smise di lanciare le sue pozioni, per evitare di colpire l'amica. Proprio in quel momento, Actarus andò a salvare l'ostaggio. L'omino, nel frattempo, riuscì tuttavia a lanciare uno dei suoi due pugnali in direzione di Arlene. Grazie all'intervento di Elin, che si lanciò per salvare la vita ad Arlene. Arlene cadde ed il pugnale colpì a vuoto le pareti della stanza. La ragazza fece un sorriso riconoscente ad Elin per averle salvato la vita in quel frangente. Elin, sempre impacciato, le rispose arrossendo ma facendo cenno di non preoccuparsi.
Da dietro, intanto, Actarus riuscì a colpire mortalmente il nemico che aveva fatto prigioniera Celine e Celine cadde a terra ansimando per riprendere il respiro che, fino ad allora, aveva trattenuto in corpo. Actarus la aiutò a rialzarsi, mentre l'attenzione di Arlene si posò su MoonRiver. La maga, si diresse al centro della stanza, dove si trovava un altare. In quel momento, I due duellanti ancora in lizza urtarono quell'altare. L'uomo di grande stazza, con la mazza ferrata, ruppe un angolo di quell'altare. Le schegge provocate da quel colpo, andarono a colpire il viso di MoonRiver che ne rimase ferito irrimediabilmente. Con una prova di forza, Half riuscì a portare in un'altra direzione quell'uomo ma la sua spalla ne rimase gravemente compromessa da un colpo di mazza ferrata.
Edgar raccolse a terra il pugnale che era stato lanciato a vuoto e, con destrezza, lo lanciò a sua volta contro l'ultimo nemico in vita, colpendolo tra le scapole. Un fiotto di sangue sporcò il viso del dolorante Half, mentre Faith lanciò un incantesimo sull'avversario.
MoonRiver, che dapprima aveva fatto qualche passo indietro, continuò ad avvicinarsi verso quell'altare. Quello era il posto dell'amuleto e lì avrebbero dovuto distruggerlo. Arlene suggerì tutto questo, avendo in quel momento una visione che le rivelava tutto ciò.
Darksmoke pronunciò di nuovo alcune parole dal significato arcano e il guardiano in vita urlò per il dolore che gli veniva inflitto a livello del cervello. In un momento in cui Half e il suo avversario non erano troppo vicini, Celine riuscì a lanciare una ennesima pozione esplosiva che fece saltare il braccio e perdere l'equilibrio al nemico, che cadde a terra. Half si scagliò contro di lui e lo stesso fece anche Actarus. MoonRiver prese l'amuleto. L'attenzione di Arlene andava sui combattenti, così come quella di Celine. Entrambe cercarono più che potevano di immobilizzare in qualche modo, con qualche pozione, quel guardiano.
MoonRiver prese l'amuleto e lo pose sull'altare prima di salire sopra di questo lei stessa. Elin si voltò in direzione dell'altare al sentire un rumore di passi provenienti da lì. La pergamena che cadde a Faith fu presa da Elin e mostrata a Arlene. Actarus e Half avevano ormai inferto, insieme, il colpo mortale sul loro ultimo nemico. MoonRiver era pallida in volto: il suo chiarore della carnagione veniva contrastato dal sangue che le colava sul viso. La maga chiuse gli occhi feriti e fece un respiro profondo. In quel preciso istante, gli occhi di Arlene si posarono sull'altare come se qualcosa le avesse imposto di voltarsi immediatamente. Rimase sbigottita al vedere che MoonRiver cominciava a morire lentamente. Arlene esclamò agli altri di recitare le parole che erano scritte sulla pergamena.
"All'altare!" esclamò Faith.
Tutti accorsero attorno all'altare. Solo MonnRiver era sopra di questo. Tutti gli altri si presero per mano, lì attorno, e cominciarono a recitare le parole magiche che erano scritte sulla pergamena. MoonRiver, a testa bassa ormai, prese quell'amuleto, che stringeva tra le mani, prima di portarle al suo petto. Lo stringeva talmente tanto forte che le sue mani ne rimasero ferite. In quel momento, la maga sentiva in sé una forza ben più grande delle sue solite energie. L'amuleto andò in frantumi e le schegge di questo si infilzarono sul petto della maga, trafiggendo il suo cuore. MoonRiver si lasciò cadere, esanime nel suo biancore esangue. Tutti coloro che recitavano le parole della pergamena attorno all'altare, al momento della distruzione dell'amuleto, furono immediatamente scagliati lontano da questo. Gli eserciti dell'Inquisizione si indebolirono, a tal punto da doversi ormai arrendere all'esercito elfico. Il comandante degli avversari, si prostrò ai piedi di Galad, in segno di riconoscimento del valore in battaglia avuto e di una sottomissione ad un potere ben superiore.
L'amuleto, ormai era distrutto e il destino della magia era quello di essere perpetrato nel tempo. L'inquisizione subì uno smacco tale da dover essere costretta a estinguersi oppure ad esercitare a livello di piccole sette segrete, nelle speranza di potersi fortificare con il passare degli anni per ricondurre un'altra eventuale battaglia contro la magia.
Ormai il futuro che si prospettava sembrava più roseo. La magia avrebbe risolto i problemi dell'umanità nella pace. Ognuno della compagnia poteva tornare a casa propria, dai propri amici e dalle proprie famiglie o genti, tutti tranne coloro che avrebbero deciso altrimenti.
 
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Aethra
view post Posted on 2/9/2005, 20:35




GLI AUTORI

Wonton, Sinylla, Aethra, Meg_BlackRaven, Lupo90
 
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7 replies since 2/9/2005, 20:26   135 views
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